Bellissimo nome, bruttissima storia. Quella recente la sappiamo tutta, dalla spregiudicata volontà berlusconiana di usarla per fottere Prodi, all’ignobile cordata per salvare Airone, al mostruoso sistema di « mangiarsi » le azioni dei piccoli per ramazzare, se ce ne fossero state, le briciole di un accordo. Ora siamo alla firma con Hetihad. Nodo centrale i 2200 esuberi, necessari, così il commento aziendale, per salvare 11000 posti di lavoro. Subito i tromboni sindacalgovernativi hanno detto che “una soluzione sarà trovata” (la solita : noi, la comunità) li paga a casa, poi lo chiameranno scivolo, buonuscita e magari, domani, lavoreranno per qualcun altro, al prezzo del mercato, ma Pantalone, noi, avrà già pagato. Io propongo una soluzione differente : il salvataggio di categoria. Gli stipendi di dipendenti non sono proprio quelli dei metalmeccanici e nel frattempo la vita sugli aerei si è molto semplificata, certo servono ancora professionalità e competenze, ma niente al confronto degli albori dell’aviazione civile. Allora, visto che gli esuberi sono il 20%, facciamo che chi rimane a lavorare si mantiene quelli che stanno a casa, in fondo è come se gli tagliassero lo stipendio del 20%. Sai quanti farebbero i salti mortali per avere ancora un posto di lavoro a quelle condizioni ! E poi loro, i dipendenti che rimangono, potrebbero trattare con i colleghi cifre adeguate per restare a casa e magari qualcuno sarebbe disposto a restarci per cifre molto minori dello stipendio ultimo. Una gestione diretta quindi, un’autogestione della disgrazia, perché così si troverebbe la soluzione migliore. L’altra, quella di Pantalone è la più semplice, ma prima o poi Pantalone si stufa e di soldi non ne caccerà più. Occhio quindi, soprattutto al governo del fare, fare va bene, fare brutte figure meno.
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