I festeggiamenti per il 25 aprile sono stati utili per gli oppositori del riarmo ucraino per rialzare la testa. Lo testimoniano i fischi al segretario del Pd, Letta, che si è particolarmente esposto a favore dell’Ucraina, anche rispetto al peloso silenzio di molti leader della destra nostrana. Come sempre è stata fischiata la brigata ebraica, ma questo è figlio della ostilità mai sopita nei confronti di Israele e del loro protettore statunitense, sebbene Israele abbia ottime relazioni con Putin, infatti non applica alcuna sanzione, e gli Usa siano stati parte determinante della nostra liberazione e del nostro benessere, pur con la le loro logiche e i loro errori di grande potenza. Hanno ripreso voce tutti quelli che recitano la parola pace come una giaculatoria, dimenticando o fingendo di dimenticare che il primo che non vuole la pace è Putin, almeno fino a che non avrà realizzato una vittoria sul campo o il suo disegno di annessione di un pezzo significativo di Ucraina. I russi hanno più volte detto chiaramente che ad ora non ci sono neppure le condizioni per un cessate il fuoco, condizione minima per sedersi a un tavolo. Ora tutti siamo consapevoli che ad una pace bisogna arrivare, come siamo consapevoli che il conflitto si è già allargato ai numerosi paesi che sostengono l’Ucraina, ma la scelta è tra chi ritiene che aiutare militarmente Kiev e non solo militarmente, possa consentire a quel Paese di sedersi al tavolo per portare a casa qualche risultato, e chi ritiene che prima l’Ucraina si arrenderà, prima il problema sarà risolto. Quest’ultima è una posizione errata per due ragioni almeno: se l’Ucraina si arrendesse, cesserebbe di esistere come stato indipendente e dopo una resa o una disfatta, il confronto tra Russia e Occidente si acuirebbe e si protrarrebbe nel tempo, almeno sul piano delle sanzioni e del disallineamento economico, pericoloso per entrambi. L’Europa diventerebbe più povera e la Russia che povera è già, finirebbe in pancia alla Cina, rendendola più forte e accentuando la crisi anche nel Pacifico. Una delle motivazioni di coloro che in buona sostanza chiedono di abbandonare l’Ucraina al suo destino è che la Nato si è troppo allargata. E’ possibile, ma questa guerra la sta allargando ancora di più e allora bisogna chiedersi cosa spinge i paesi dell’Est a entrare nella Nato e cosa spinge le persone, russi compresi, a fuggire verso ovest, anziché verso la Russia. Una cosa evidente: la ricerca del benessere e delle libertà ad esso legate. E’ la stessa ragione per cui i nostri leoni da tastiera restano qui e non emigrano in Russia, un Paese immensamente ricco, dove la popolazione vive poveramente, ha un Pil inferiore all’Italia, dove non esistono libertà fondamentali e dove un’oligarchia rapace e corrotta saccheggia ogni giorno le sue immense ricchezze, dove sono negati i diritti sindacali e pure quelli della zona delle mutande, come ci ha ricordato chiaramente il patriarca ortodosso Kirill, grande alleato di Putin. Certo occorre agire insieme con fermezza e prudenza, consapevoli che solo la resistenza militare e le sanzioni aiuteranno la diplomazia a giungere ad un accordo stabile. Una pace fondata sulla vittoria del sopruso è per forza di cose foriera di nuove guerre, come ci dimostra il passato.
Devi accedere per postare un commento.