Cosa saranno mai queste cozze pelose?
Confesso la mia ignoranza, ma mi dicono non trattarsi di allegorica descrizione dell’organo genitale femminile.
Infatti non se ne parla mai in riferimento alle feste del Cavaliere di Arcore, lì infatti si danzava, si strusciava, forse si scopava, ma dagli atti e dalle intercettazioni, l’elemento resta indiziario.
Il nostro ha speso venti milioni in donnine, spesso per vestirle da Boccassini, da suore (e la cosa è già più stuzzicante), perfino da Ronaldhino e confessiamo di non averci capito nulla.
Però, niente cozze pelose, in quelle feste non si mangiava e il cuoco Michele si prendeva la serata libera. Invece a sinistra l’articolo va forte, sarà perché è un piatto del popolo e la sinistra è il popolo.
Il sindaco di Bari riceveva solo otto astici e ben cinquanta cozze pelose e ordinava anche il ghiaccio perché non prendessero caldo, Penati, al ristorante, tra altre prelibatezze, non si faceva mancare le cozze pelose, magari si accontentava del prosecco, ma non lesinava sulle cozze e persino Lusi, un vero mito a tavola, meglio dei magnati russi, tra caviale e champagne, siamo certi che ha ordinato cozze pelose.
Ora che ha deciso di presentare gli scontrini dei dirigenti della Margherita, scopriremo che anche Rutelli e Bianco, segretario e presidente, non si saranno negati un piatto di tale prelibatezza.
Ovviamente in tutti i casi, i soldi venivano da amici del popolo: per Emiliano i costruttori Degennaro, per Penati i costruttori Gavio, per Lusi invece, direttamente dalle tasche degli italiani, ma è l’unico consumatore di cozze indiziario.
Per il resto, il legame tra cozze, politici e costruttori è semplice: sono tutti molto pelosi.