A caldo

post-renzi-i-commenti-a-caldo-55465_660x368 Ascoltando i commenti e le feste per gli eletti, due cose mi hanno colpito e che a mio avviso sono la spiega del perché e del per come. Dalla segreteria nazionale del PD, tra i commenti salta fuori un “tutte le volte che ci scontriamo con il M5S prendiamo bastonate”. Nella sostanza è vero nella forma è un incubo. Perché la cosa non lo/li riguarda, perché è salva la posizione (poltrona) per il parlante e quindi la metafora può essere scherzosa, tanto, per alcuni, niente cambia. E allora ok, dopo la partita, una bella stretta di mano e tutto rimandato alla prossima. Il povero tonto non ha capito che il nuovo (M5S) non è da strette di mano e da pacche sulle spalle. Potrebbe anche capitare che questo cambiamento di scena potrebbe dare coraggio anche ad altri poteri, che magari si opporranno e non ingoieranno altri rospi. Ma lui è ancora il vecchio che resta (per quanto?), quindi poco capisce.

L’altra cosa che mi ha colpito è stato uno slogan della festa in piazza a Roma “a casa, andate a lavorare”. Erano tanti, erano giovani, moltissimi erano (e sono) disoccupati. E allora lo slogan avrebbe dovuto essere “a casa voi, a lavorare noi”. Niente di tutto ciò. Temo che questo sia collegato con il reddito di cittadinanza. Già, il lavoro, nessuno ne vuol parlare. Perché diciamocela tutta, lavorare stanca e acclamare meno. Quindi spero che i vincitori nuovi si preoccupino più di trovare lavori e lavoratori (non dipendenti pubblici, lì basterebbe fare lavorare chi già c’è-e sono tanti, o troppi?), più che beneficiari di stipendi sul divano.

I due fatti sono collegati nella sostanza dell’assenza di voglia di fare, più che di prendere. È vero che a caldo magari è più la voglia di festa o di minimizzare, ma la tendenza è chiara. Voglia di lavorar, saltami addosso. Perché è giusto che uno Stato moderno pensi al futuro dei suoi cittadini e a dar loro un minimo di futuro e bene allora il reddito di cittadinanza. Male, però, se è figlio delle casse integrazioni da divano. Se non passa il concetto di soldi per tempo, la morte è dietro l’angolo. E cavalcare il populismo è come tornare ai tempi di Lauro, ovvero di dare una scarpa prima delle elezioni e una dopo (che per molti poi non arrivò). In questa logica le “minacce” dei renziani prima delle elzioni (tagliare soldi se non vinceva il PD) sono in linea.

Ora ditemi perché ho torto, ditemelo per favore, sennò camperò un po’ peggio di prima. Nonostante tutto.

 

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