Se dovessi tornare indietro di alcuni anni e dare un consiglio al me stesso più giovane, che si affacciava al mondo del lavoro e alla vita in generale, ne sceglierei uno molto semplice: ispirati ai grandi. Ed è il consiglio che posso estendere a tutti i giovani di oggi, in un momento in cui in Italia serpeggia una certa sfiducia.
Il suggerimento può apparire banale, ma ciò che non è banale è invece il criterio con cui stabilire chi sono i “grandi”. Sfortunatamente figure storiche come Gandhi o Madre Teresa non sono di accesso diretto, quindi possono ispirare solo attraverso scritti, biografie o aforismi che non hanno lo stesso impatto dell’esempio diretto. Perciò quando si tratta di ispirarsi a qualcuno di visibile, nella nostra cerchia di colleghi, capi, conoscenti o professori, ecco che le cose si complicano. Chi è veramente un grande? Il fatto che qualcuno sia in una posizione di potere o possa vantare titoli, non è di per se un criterio.. quanti individui mediocri e meschini hanno scalato la piramide sociale con i mezzi più biechi!
E allora negli anni ho appreso un criterio semplice. Un grande è colui che al termine di una conversazione, di una interazione, ti fa sentire carico, con maggiore energia e fiducia in te stesso anche se magari permane un pizzico di disagio, quel disagio che ti spinge a uscire dalla tua zona di comfort, che è appunto l’ispirazione. E’ importante imparare a distinguere questa forma di disagio, dal disagio che invece ti instilla un mediocre. A un giovane oggi consiglierei questo test. Al termine di una conversazione con un superiore, collega, amico o chi altri, domandati come ti senti.
Se c’è quel senso di disagio, ma ti senti spinto a fare qualcosa, a prendere in mano le redini della tua vita e vedi possibilità dove prima vedevi sbarramenti, se i tuoi traguardi ti sembrano un passo più vicini, allora sei stato ispirato. Con ogni probabilità hai incontrato un grande.
Se invece quel senso di disagio non si traduce in una spinta all’azione, ma ti porti addosso confusione, uno sterile senso di frustrazione, come se le cose ti fossero meno chiare di prima, è facile che tu abbia incontrato un mediocre. Un mediocre è uno spirito impantanato in sentimenti come l’invidia, pertanto non può esservi integrità nelle sue parole, perciò trasmette quel fastidioso sentimento di confusione. Un grande non ha bisogno di sminuire gli altri perché è forte nello spirito che ha forgiato per sè. Un mediocre ha bisogno di abbattere gli altri per nutrire il suo ego. Chi ha fiducia in sè, vi trasmetterà quella sicurezza, mentre colui che vi fa sentire non abbastanza bravi è perchè egli stesso si sente così, a prescindere da qualsiasi medaglia, trofeo o promozione.
I grandi sono prima di tutto persone vere, normali, senza atteggiamenti costruiti che li allontanano da gli altri. E quindi può sembrare un paradosso, ma quando ho visto dal vivo giocare Messi, sentito parlare Warren Buffett o chiacchierato con un fondatore di Groupon, non mi sono sentito sminuito, ma solo ispirato a poter fare qualcosa di più grande, perché lì davanti non vedevo altro che persone normali, proprio come noi.
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