Unicredit prigioniero dei soliti noti

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Un amico, ricchissimo, che vive all’estero da una vita, per pura carineria, mi ha chiesto, dopo il tonfo generato da Brexit, cosa ne pensassi sull’acquistare azioni Unicredit.

Io ero bloccato a casa da un fastidioso mal di gola e gli ho mandato quanto segue.

maggiori azionisti:

Aabar Luxembourg S.A.R.L. – 5,049%

BlackRock Inc. – 5,026%

Fondazione Cassa di Risparmio Verona, Vicenza, Belluno e Ancona – 3,467%

Central Bank of Libya – 2,929%

Fondazione Cassa di Risparmio di Torino – 2,522

Persone preposte alla ricerca del nuovo CEO

un laureato in medicina (Vita)

uno “nato e vissuto” solo nei consigli di amministrazione (Montezemolo)

un professore universitario che al di là delle chiacchiere ha sempre insegnato tra Modena e Reggio, piazze di tutto rispetto, ma non all’altezza di Harvard o Chicago (Calandra)

una signora che dopo una decina d’anni di Mc Kinsey sta comoda in troppi consigli di amministrazione (Clara Streit)

Persone che si sono aggiunte ai precedenti per scegliere il nuovo CEO

un politico democristiano che per non sapere né leggere né scrivere, si è, da presidente della provincia di Alessandria (prima provincia italiana a fallire), “autoeletto” nella Fondazione della Cassa di Risparmio di Torino, e questo negli anni novanta (Palenzona)

un giovane con curriculum (in internet) solo in inglese da cui si evince che se è a capo di cotante aziende, magari è pure bravo, ma che suo padre sia Francesco Gaetano Caltagirone, che quelle aziende le possiede, aiuta (Caltagirone Alessandro)

una signora a capo di un’importante azienda farmaceutica, casualmente proveniente da Vicenza (Zambon)

Questo gli ho mandato e lui mi ha ringraziato. Non so poi se ha comprato o meno, ma ne dubito, lui di managerialità se ne intende e la domanda che si è fatto (ci giurerei) è: che c’azzeccano questi signori con i veri azionisti e con la scelta di qualcuno che abbia competenze per rilanciare una banca?

Per me rimane un mistero, se non fosse la seconda banca italiana, le cui azioni 4 mesi fa valevano 6,5 euro e oggi non raggiungono i 2. Se il CEO dimissionario, non solo non viene accompagnato all’uscio a calci in culo, ma si tratta la sua buonuscita (plurimilionaria). Se si sono continuati a pagare dividendi solo per mantenere le fondazioni (la morte delle banche, perché vogliono soldi per far trottare cavalli bolsi, quando non defunti). E soprattutto se serve per tenere sotto schiaffo l’Italia, che non sa come salvarla, ma nessuno gliela prende neanche regalata, perché così come la governano, è un pozzo senza fondo. Un buco nero. Ma sui giornali non è scritto nulla di tutto questo, intenti come sono ad incensare il nuovo AD Mustier, un cavallo di ritorno, un finanziere, che ha fatto subito cassa vendendo pezzi di argenteria. Sarà pure bravo, ma poiché chi comanda sono quelli che vi ho detto non aspettatevi grandi rivoluzioni. Sennò non sarebbe lì.

 

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