La banca svizzera prevede una crescita spinta dalle decisioni di politica monetaria della Fed, che dovrebbe aumentare la durata degli acquisti di titoli di Stato e modificare il target dell’inflazione. In un contesto di tassi bassi e dollaro debole il lingotto salirà, ma la crescita globale e l’allentamento delle incertezze ne abbasseranno il valore nel 2021
Il prezzo dell’oro dovrebbe tornare sopra i 2.000 dollari l’oncia entro l’anno, con picchi tra i 2.200 e i 2.300 dollari. È lo scenario che ha prospettato Ubs, correlando l’andamento del lingotto alle politiche monetarie messe in campo dalla Fed. Gli analisti del colosso bancario svizzero prevedono, nel dettaglio, un prezzo intorno ai 2.000 dollari a dicembre, che poi scenderà a 1.900 a giugno 2021 e a 1.850 a settembre.
Attualmente il metallo giallo scambia intorno ai 1.930 dollari l’oncia, in ribasso dopo i massimi storici toccati a inizio mese: la ragione, secondo Ubs, è da rintracciare nella pubblicazione dei verbali di luglio della Banca centrale americana, avvenuta lo scorso 19 agosto. “Mentre le minute della Fed preannunciavano un atteggiamento accomodante, i rendimenti del Tesoro sono aumentati, il dollaro si è rafforzato e i prezzi dell’oro sono scesi”.
La situazione, però, potrebbe cambiare in favore del lingotto. “Prevediamo che l’oro aumenterà fino alla fine dell’anno”, commentano gli esperti, “poiché i tassi reali si abbasseranno e rimarranno negativi per qualche tempo”. È verosimile infatti attendere che la Federal reserve opti per una revisione del quadro macroeconomico: mentre a luglio è stato escluso il controllo della curva dei rendimenti, la Banca centrale potrà approfittare dalla riunione del 15-16 settembre per apportare “modifiche significative, come l’aumento della durata degli acquisti di titoli si Stato con scadenza a cinque anni o superiore”. La Fed potrebbe anche scegliere di modificare il target di inflazione media, un annuncio questo che, come il precedente, potrebbe portare beneficio al prezzo del lingotto, “anche se è già stato in qualche modo già annunciato”, prosegue l’analisi.
Ubs prevede in questo scenario un aumento del prezzo dell’oro fino a fine anno, perché il metallo giallo continuerà a essere un bene rifugio per i portafogli degli investitori in presenza di tassi bassi e valuta debole. Tuttavia, avvertono gli esperti, “le dinamiche di miglioramento della crescita globale e l’allentamento delle incertezze ridurranno probabilmente l’interesse per gli investimenti in oro il prossimo anno”. Oltre alle politiche monetarie, saranno decisivi in questo senso l’andamento della pandemia di Covid-19 negli Usa e in tutto il mondo, e l’esito delle elezioni presidenziali americane. (riproduzione riservata)
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