La BCE aveva acquistato bond di Grecia, Irlanda e Portogallo per 76 miliardi di euro.Dopo la famosa lettera segreta al governo Berlusconi, che precedette la manovra finanziaria in discussione al parlamento, la Banca Centrale iniziò gli acquisti di BTP, per calmierare lo spread in forte ascesa.La prima settimana, la BCE acquistò bond dell’Italia e un po’ anche della Spagna per 22 miliardi di euro e la seconda per 14 miliardi di euro.In due settimane hanno acquistato carta come per metà degli acquisti fatti precedentemente. Il punto è che se siamo riusciti a dare 400 miliardi di aiuti a Portogallo (un centinaio), Irlanda (un centinaio) e Grecia (oltre duecento), diventa assai difficoltoso aiutare la Spagna e l’Italia.Di più, l’Italia partecipa agli aiuti con il 20% della somma e vuol dire tirare fuori 80 miliardi di euro (ora) e solo per aiutare gli altri.La manovra in corso porterà risparmi per 50 miliardi di euro in due-tre anni, i conti non tornano.L’Italia ha scadenze sul debito pubblico di 1900 miliardi di euro, per 200 miliardi all’anno: è un elefante troppo grande per essere tirato fuori dalla secca in cui è finito.Purtroppo gli interessi di parte sembrano prevalere sull’insieme.Chi ha fatto i conti giusti è il Presidente della Repubblica Federale della Germania, il cristiano-democratico Christian Wulff. E’ un signore poco noto perché non interviene a sproposito come fanno tutti i politici, ma quando parla, bisogna stare ad ascoltarlo.Cosa ha detto? Che l’acquisto di bond governativi da parte della BCE non è compatibile con il trattato istitutivo della Banca Centrale, vedi articolo 123.Wulff sostiene, a ragione, che la situazione è tollerabile solo per un breve periodo, ma tali misure devono essere abbandonate.Il Presidente, come la cancelliera Merkel, ha ribadito la sua contrarietà agli Eurobond.La nostra opinione è che gli Eurobond non saranno mai fatti, senza una politica economica comune decisa dalla Germania.Se i Tedeschi accettassero di stampare Eurobond, si troverebbero invischiati nei debiti, ma senza le garanzie di controllo fiscale dei paesi dell’UE; stiamo parlando di paesi come la Grecia, che ha falsificato i conti, o come la Spagna, che detiene la maggioranza del debito portoghese, o dell’Italia, paese dai mille campanili e da quest’anno, dalle manovre fiscali in serie.C’è da dire che il Trattato impedisce che la BCE compri i titoli alle aste, ma non che possa agire sul mercato secondario, con queste manovra di QE all’europea.Che è quanto fanno l’America, l’Inghilterra e pure il Giappone, da almeno un anno.Se prima si poteva pensare di salvare Grecia, Portogallo e Irlanda, ora bisogna realizzare che anche l’Italia non si può salvare. E’ un po’ come il famoso gioco della torre: qualcuno deve cadere di sotto e di solito è il più debole.D’altronde, la guerra delle valute è iniziata per contrastare sul piano del commercio, paesi composti da miliardi di persone, ricchi di materie prime e senza i lacci e lacciuoli, che in tanti anni di opulenza abbiamo stratificato.L’Euro sta per diventare la prima vittima del conflitto in corso e noi non siamo che un piccolo paese in difficoltà, dentro ad un insieme più grande, dagli interessi contrapposti e divergentiQuindi il timore è che, mentre a Roma non hanno ancora capito la gravità della situazione, a Berlino stiano già stampando marchi.