Timing perfetto per un intervento bellico Usa?

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L’ANALISI S&P500 generalmente in discesa nei 20 giorni antecedenti l’inizio dei conflitti

L’economia di guerra come temporanea via d’uscita al ‘tapering’ed al ‘debt ceiling’

Nell’ultima uscita della rubrica, prima dello stop estivo, era stato affrontato il concreto rischio di ribasso per il mercato americano, in quanto presentava molte similitudini con il ciclo pre crisi 2007-08.

E da allora vi è stata una discesa che ha portato l’indice S&P500 a chiudere il mese con oltre un -3% di ribasso. Un rosso mensile così ampio non avveniva dall’aprile 2012 e questo mentre il rendimento delle obbligazioni decennali continuava a salire fin quasi alla soglia del 3%, ovvero ai massi degli ultimi due anni. Durante agosto si è dunque giunto a livelli tecnici considerati “critici” da molti analisti tecnici, sia per l’azionario che per l’obbligazionario

USA. SITUAZIONE DI ALERT

Oltre a quanto già analizzato, a partire dal 21 agosto, con il reale o presunto utilizzo di armi chimiche in Siria, si è innescato l’ulteriore variabile a cui ogni investitore dovrà porre molta attenzione, ovvero la raggiunta maturazione della crisi siriana. Una situazione in decantazione da molto tempo, le cui implicazioni geo-politiche sono ben più ampie della questione locale, essendovi coinvolti blocchi d’influenza globali quali: USA, Inghilterra, Francia, Israele, Arabia Saudita & co. da una parte e Russia, Iran, Cina & co. dall’altra. Ed il cui confronto sembra prossimo avendo Obama nel weekend trascorso delineato una linea di condotta bellica, seppur potenzialmente slittata al 9/9, con la ripresa legislativa delle camere ed un voto al congresso.

L’EFFETTO GUERRA

Essendo plausibile una decina di giorni di “incertezza” per i mercati finanziari (salvo colpi di scena), può tornare utile all’investitore analizzarne il comportamento nel periodo pre e post avvio delle campagne militari. Il grafico allegato, pubblicato sul blog USA Zero Hedge, mostra le oscillazioni nei 20 giorni pre e post guerra dell’indice S&P500, del prezzo del petrolio (WTI), dell’oro (Gold) e del dollar index (DXY), negli ultimi cinque conflitti ed evidenzia un comportamento negativo nei 20 giorni antecedenti l’inizio delle ostilità, all’opposto di quelli successivi.

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Una ricorrenza chesembrerebbe già ora rispettata, se consideriamo l’intervallo che va dal 21/8 al possibile voto del congresso del 9/9.

TIMING PERFETTO?

Seppur le premesse siano per una possibile continuazione del trend ribassista dell’azionario USA e molto probabilmente di volatilità per i mercati azionari, l’evento Siria potrebbe cinicamente apparire, come una via d’uscita a breve termine per alcune importanti questioni americane quali: a) la decisione sull’innalzamento del “debt ceiling” (tetto al debito) fissato a 16.700 miliardi di dollari essendo ormai già prossimo al suo limite (stimato per ottobre) ed in largo anticipo rispetto alle previsioni ipotizzate per novembre. b) la decisione sull’avvio o meno del “tapering”, ovvero il rallentamento degli acquisti mensili da 85 miliardi di bond da parte della FED, fissata per molti analisti al prossimo meeting del 17-18 settembre.

POSSIBILI CONSEGUENZE

Fino a pochi giorni fa, la maggior parte delle case di gestione erano certe che la FED avrebbe avviato il “tapering” a settembre e ciò ha causato da fine maggio quel cambio di scenario che tanta volatilità ed incertezza ha portato su tutte le asset class d’investimento ma che in base all’evolversi della crisi siriana potrebbe nuovamente modificarsi, almeno nel breve. E se gli USA entreranno realmente in guerra con un voto favorevole del congresso, sarà alquanto probabile l’ulteriore innalzamento del debito americano, con il benestare ed il supporto della FED, in quanto a quel punto sarebbe probabilmente “costretta” dagli eventi a proseguire con il QE, semmai posticipando il “tapering”, per fornire altro tempo al sostegno delle attività finanziarie.

TEMPO A QUALE PREZZO?

Un contesto bellico potrebbe perciò fornire tempo all’amministrazione USA per risolvere le proprie questioni economiche, a scapito del resto del mondo che dovrà affrontare un periodo di instabilità davvero pericoloso. All’orizzonte dunque potrebbero presentarsi differenti cigni neri, ovvero scenari fino a ieri improbabili, le cui conseguenze sarebbero difficilmente stimabili. E’ quindi consigliabile, mettersi metaforicamente l’elmetto nella gestione del proprio portafoglio, propendendo per la difesa, la massima diversificazione, l’attuazione di adeguate strategie di contenimento dei rischi, nonché e più importante, preparandosi ad una buona dose di autocontrollo e sangue freddo, così da non farsi impallinare durante un’eventuale fuga scomposta e semmai precipitosa dai mercati finanziari.

L’autore della rubrica – “Risparmio, i conti in tasca” pubblicata su www.lanuovaprimapagina.it , è a cura del nostro consulente RUBENS LIGABUE, professionista certificato EFA – European Financial Advisor, associato SIAT – Società Italiana Analisi Tecnica, iscritto all’Albo Unico Nazionale dei Promotori Finanziari. Per domande e chiarimenti potete scrivere a:  rubens.ligabue@gmail.com

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