1) Tod’s. Target price di 73 euro, inferiore del 18% dalla quotazione attuale. I risultati 2014 sono stati superiori alle attese sul fronte dei ricavi, ma in linea con le previsioni per quanto riguarda il reddito operativo lordo e netto, con il margine lordo che è sceso al 20% dal 24,4% del 2013 a causa di un mix meno favorevole delle vendite. Il dividendo è stato tagliato da 2,7 euro a 2 euro, che rappresenta un payout rato del 63%. Nel primo trimestre 2015 ha inoltre risentito della mancanza di ripresa di Cina e Hong Kong, delle cattive condizioni climatiche e dei ritardi nelle consegne delle parte della collezione con maggiore appeal. Negli ultimi 12 mesi ha registrato un total return negativo (-1,3%)
2) Generali . La pubblicazione dei risultati 2014, secondo gli analisti, ha riportato alla realtà le prospettive del titolo, che ai prezzi recenti è sopravalutato rispetto ai concorrenti. Il management del Leone di Trieste ha fatto grandi progressi sul fronte del controllo dei costi, della pulizia dei portafogli e dell’innovazione nel business, ma serve di più per giustificare la valutazione a premio in termini di prospettive di crescita dei ricavi e della redditività (roe). Il titolo, che capitalizza oltre 28 miliardi di euro, è correttamente valutato 16 euro contro una quotazione attuale intorno a 18. Il p/e scende da 12,9 nel 2015 a 11,5 nel 2016, mentre il dividend yield sale dal 3,5 al 3,9% a fronte di una cedola pari rispettivamente a 0,64 e 0,71 euro. I risultati del primo trimestre 2015 saranno pubblicati il 14 maggio, mentre l’investor day si terrà il 27 maggio. Il total return del titolo a un anno è 15%.
3) Salvatore Ferragamo . Il forterialzo registrato dal titolo, che negli ultimi 12 mesi ha garantito un total return del 42%, l’ha portato su livelli di valutazione a premio del 20-25% rispetto alle media, che non sono però giustificati tenendo conto del fatto che il margine netto è crescita, ma a un ritmo inferiore dei competitor (18,4-19,5% contro 20%-21% nel 2015-16). L’aumento dei ricavi inotre non è più superiore, ma in linea con la concorrenza, il tax rate è alto (32% contro una media settoriale del 28%) e infine l’intensità di capitale è bassa (investimenti di capitale/ricavi a lungo termine al 4% rispetto al 5,5%). Il target price di 24,5 euro è del 15% inferiore alle quotazioni attuali. Nel settore del lusso la società preferita è Richemont.
4) Fortum. Giudizio negativo sulla utility finlandese dopo l’annuncio della cessione della rete svedese di distribuzione a Borealis Infrastructure Management e a un consorzio di fondi pensione. La transazione genererà un guadagno di 4,4 miliardi di euro, ma avrà un impatto negativo sul titolo, che è valutato 17,8 euro, per i termini non favorevoli della vendita e i timori sulla stabilità dei rimanenti business. Attraente però il rendimento della cedola, superiore al 5%. Il titolo, che capitalizza 19 miliardi di euro sul listino di Helsinki, negli ultimi 12 mesi ha reso (total return) il 29%.
5) Sage group. Target di 435 pence, inferiore alla quotazione attuale di 476, per la società di software inglese che capitalizza 5 miliardi di sterline. Gli obiettivi che ha indicato per il 2015 sembrano raggiungibili (crescita organica del 6% e margine operativo del 28%), ma nel medio periodo dovrà affrontare molti rischi per migliorare la posizione di mercato, che comprendono la trasformazione da organizzazione storicamente decentrata a centralizzata, il ritardo rispetto ai concorrenti nel passaggio alla tecnologia cloud, che non può essere ulteriormente posticipata, con le relative conseguenze, e la maggiore competizione nel mercato core Uk. Il total return negli ultimi 12 mesi è stato 19%. I risultati del primo trimestre 2015 saranno pubblicati il 6 maggio.
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