Le migliorate prospettive economiche, l’euro debole e il Qe della banca centrale europea sono i tre fattori che incidono positivamente sullo scenario dei listini azionari di Eurolandia. Ecco, secondo gli analisti di Société Générale, i titoli che meritano il rating buy
Da comprare:
1) Linde Al gruppo chimico tedesco è stato assegnato il target price di 220 euro, che implica un potenziale di rialzo del 13,5%, mentre il dividend yield 2015 è 1,8%. In occasione della conference call del 16 marzo il management ha confermato l’outlook 2015, dichiarando che l’effetto valutario potrebbe avere un impatto aggiuntivo sul reddito operativo lordo (ebitda) intorno a 100 milioni di euro (nell’ipotesi di cambio euro/dollaro a 1,15), mentre proseguono gli interventi di ristrutturazione nei mercati più difficili (Australia, Sud Africa e Brasile) che dovrebbero toccare un massimo di 750-900 milioni di euro a fine 2016. Grazie ai risultati in miglioramento, Linde merita di essere trattato leggermente a premio rispetto ai concorrenti. Il titolo capitalizza oltre 35 miliardi di euro e tratta 21 volte l’utile 2015 e 19 volte quello del 2016. Negli ultimi 12 mesi il total return è stato del 40%.
2) Enel. Gli analisti hanno ribadito il giudizio buy (comprare) sulla base di previsioni che sono in linea con il consensus fino al 2016 e superiori del 10% dal 2017 in poi. Gli utili 2016 potranno risentire dei minori prezzi delle bollette in Italia e Spagna, ma l’impatto negativo potrà essere compensato dal piano di buy back bond da 4 miliardi di euro che ha recentemente lanciato. Lo scorso 26 febbraio il Tesoro ha ceduto il 5,74% del capitale di Enel, incassando circa 2,2 miliardi di euro e portando la partecipazione al 25,5%. Il prezzo obiettivo di 4,80 euro è del 16,5% superiore alle quotazioni recenti. Negli ultimi 12 mesi il titolo, che capitalizza oltre 38 miliardi di euro, ha realizzato un total return del 5%.
3) Eni. Nonostante il taglio del dividendo 2015 (0,8 euro rispetto alla cedola di 1,12 euro pagata quest’anno), la sospensione del programma di buy back e il crollo del prezzo del petrolio sul gigante petrolifero, che capitalizza 56 miliardi di euro, è stato mantenuto il rating buy, con target price 18 euro, contro una quotazione attuale di 15,4. Gli analisti hanno infatti fiducia nei tre gli obiettivi strategici, in termini di crescita del valore, distribuzione sostenibile agli azionisti e solidità del bilancio. Traguardi che verranno raggiunti attraverso un più veloce “time to market” dei progetti, un rigoroso controllo dei costi e degli investimenti, la ristrutturazione del mid-downstream e la revisione del dividendo. Il total return a 12 mesi è negativo (-6%).
4) Campari. Target price di 7,30 euro (+12%) per la società, che ha chiuso il 2014 con un utile netto di 128,9 milioni di euro, in calo del 13,9%, a causa di voci straordinarie negative per 43,2 milioni, mentre le vendite hanno totalizzato 1,56 miliardi di euro, in aumento del +2,4% e in accelerazione nel quarto trimestre (+4,2%). Al 31 dicembre 2014 l’indebitamento finanziario netto era 978,5 milioni (852,8 milioni al 31 dicembre 2013) dopo un investimento complessivo nelle acquisizioni di Forty Creek Distillery e Averna, perfezionate a giugno 2014 per 236,1 milioni. Il cda ha deliberato di proporre all’assemblea la distribuzione di un dividendo di 0,08 euro per azione (invariato rispetto al dividendo distribuito per l’esercizio 2013. Il total return del titolo negli ultimi 12 mesi è stato del 13,7%.
5) Renault. I risultati 2014 della casa automobilistica (25,7 miliardi di euro di capitalizzazione) giustificano il rating positivo in vista degli sviluppi favorevoli attesi nel 2015 e 2016 sia sul fronte dei ricavi sia della redditività. Rispetto al settore auto, che da inizio anno è salito sui listini del 33%, Renault ha fatto meglio, con una performance del 47% che ha indotto a rivedere al rialzo il prezzo obiettivo da 90 a 105 euro contro quotazioni recenti intorno a 87. Il rimbalzo del prezzo di Nissan a 1.300 yen (+23% la performance da inizio anno, +35% in euro) sta inoltre incrementando il nav (net asset value) . Il total return del titolo a 12 mesi è superiore al 33%.
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