Se lo Spread dimentica le CAC

boia

La non politica europea il boia, lo spread il cappio, il popolo europeo il condannato, innocente.

Vittima del burocratismo che ammazza tre volte la stessa persona: il cittadino, il contribuente ed il risparmiatore.

Il cittadino muore per la salvezza dell’Euro, il contribuente si immola per i vizi di stato, il risparmiatore perde la vita per aver creduto nell’Europa Monetaria.Tre persone in una che pagano con la propria pelle su ogni fronte, che si tratti di Spread, di tasse o di CAC. Lo Spread che aumenta, in particolare, costringe la gente a pagare per gli errori degli stati tramite la leva delle sovra-tasse, come se le CAC greche non fossero mai esistite. 

Che senso ha infatti lo spread sul bund tedesco se uno stato-PIIGS può, da mattino a sera, ripudiare il proprio debito mettendo a posto le proprie finanze a scapito dei piccoli risparmiatori privati? A ben vedere, non è ragionevole “prezzare” il rischio di default di uno stato tramite lo spread – che ammazza il presente e il futuro delle genti – se quello stato può con decreto governativo dichiarare default dall’alba al tramonto. I conti non tornano, a pagare i soliti.

Da una parte si costringe ogni giorno la gente a pagare di tasca propria l’incremento dell’onere sul debito pubblico degli stati-maiale dell’Unione, dall’altra si è permesso ad uno stato dell’UE di risolvere il suo debito con il mondo attraverso un ripudio camuffato da ristrutturazione. Dicono che la Grecia resterà un caso unico, il problema è che in assenza di una politica unica europea il ripudio del debito lo decidono i singoli stati e non una moneta unica.

L’Europa vessa quindi gli Stati, mentre gli Stati ricattano l’Europa, in un meccanismo vizioso che, orfano della Politica Comune, non troverà soluzione. Il risultato è che il cittadino diventa schiavo dell’Unione Monetaria, il contribuente paga il conto dello spread che impazza, mentre il risparmiatore è costretto a ingoiare le CAC, presenti e future, figlie dell’egoismo degli stati e della sterilità dell’Unione fondata sul governo dell’inflazione.

In tale contesto di caos e pochezza, fortunatamente c’è ancora qualcuno che, da politico europeo, non perde di vista il senso del fare politica in Europa: la persona al centro, per il bene comune e la reale coesione fra i popoli. Un plauso va dunque all’Onorevole Fidanza, che ha avuto il coraggio e la forza di portare all’attenzione del Parlamento Europeo la tragedia dei risparmiatori traditi dalla Grecia e dall’Unione Monetaria.

Dal Parlamento Europeo, dalla Commissione Europea e dai singoli Stati ci si attende una risposta responsabile ed una azione concreta, che sia rispettosa del diritto di ciascun cittadino europeo a credere che sia ancora possibile fidarsi di questa Europa e degli Stati che la compongono.

E se le corti della politica non ci riusciranno, ci pensi la Corte di Giustizia a far valere le ragioni della gente, perché in ballo c’è il rispetto dei diritti umani, che non meritano di essere sacrificati in questo modo alle politiche di bilancio degli Stati. All’Onorevole Fidanza ed a tutti i componenti virtuosi del Parlamento Europeo che vorranno e sapranno sostenerlo, l’incitamento a non mollare ed a condurre fino in fondo questa battaglia di civiltà.

Contro i soprusi di Stato, a favore dei diritti e del valore della persona.

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