Rischi politici

Rischiatutto-replica In varie regioni del mondo, i principali partiti ed esponenti politici sono soggetti a pressioni di matrice populista provenienti sia da destra che da sinistra. Aumentano così le probabilità di una chiusura generalizzata sul fronte del libero scambio, dell’immigrazione e della globalizzazione.

In Europa, l’integrazione politica ed economica appare sempre più a rischio. Una quota significativa di elettori britannici sembra intenzionata a votare a favore di

una Brexit al prossimo referendum e l’elevata volatilità dei sondaggi indica che l’esito é alquanto incerto. Ma questa è solo una delle tante espressioni delle forze centrifughe in atto nella regione. Anche in Francia il Fronte nazionale di Marine Le Pen, che ha tra i suoi obiettivi l’uscita dall’Eurozona, ha guadagnato consensi. I partiti di centro sono sotto pressione in Spagna, dove le elezioni di dicembre non sono riuscite a dare vita a un governo stabile. Gli investitori temono che la nuova consultazione, in programma per il prossimo mese, possa produrre un governo di coalizione che includa Podemos, il partito che promuove maggiori stimoli fiscali. Il populismo è in crescita anche in Austria e nei Paesi Bassi.

Le elezioni presidenziali statunitensi equivalgono spesso a una gara di popolarità il cui vincitore aiuta il proprio partito a ottenere seggi in Congresso. Questa volta i due principali pretendenti alla Casa Bianca presentano un tasso netto di approvazione negativo, pari a -14% per Hillary Clinton e -27% per Donald Trump. Si tratta quindi dei contendenti più sgraditi delle ultime 10 elezioni e nessun candidato si è mai aggiudicato la Presidenza con un punteggio così basso. Diventa così più difficile prevederne le scelte politiche e questa situazione fa aumentare l’incertezza degli investitori.

Anche i mercati emergenti hanno i loro problemi. Gli attivi brasiliani si sono apprezzati nella speranza che l’impeachment di Dilma Rousseff porti alla nomina di un Presidente più vicino ai mercati. Tuttavia, il paese deve ancora superare numerosi ostacoli per ridurre il deficit di bilancio e uscire dalla recessione. In Cina, la transizione politica del 2017 potrebbe causare incertezza sul corso della politica economica.

Il contesto politico contribuisce a rendere cauti gli investitori, ma credo che i timori per gli sviluppi su questo fronte siano eccessivi: in ultima analisi il fattore decisivo per i rendimenti saranno le prospettive aziendali, sia in termini di utili che di bilanci, e questa ottica influisce sulle nostre preferenze di asset allocation negli Stati Uniti e nell’Eurozona.

Ecco un’analisi politica in chiave finanaziaria, dove gli investitori sono la realtà da preservare, non gli uomini, la gente, noi. Questo è un esempio di come il mondo si stia dividendo in tanti “interessi” in cui il “proprio particulare” domina e una visione globale è una favola per bambini. Pensateci e non liquidate la questione dicendo che è colpa degli altri, ché per gli altri, gli altri siamo noi.

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