L’ANALISI La presidenza europea sarà il vero e decisivo banco di prova per la tenuta dell’Italia
I dati economici non mostrano miglioramenti concreti nonostante l’euforia di Piazza Affari
Cercare di capire quali fattori avranno più influenza ed impatto nel prossimo futuro sull’Italia e non solo, può a volte rappresentare davvero un frustrante esercizio, in particolar modo quando appare evidente, anche ai non addetti ai lavori, la palese e sempre più accentuata divergenza tra il mercato reale e quello finanziario. E’ indubbio che dal governo Monti in poi non vi è stato un sostanziale cambiamento in termini di diminuzione del debito pubblico o di rilancio dell’attività economica reale e tutte le previsioni fatte in questi anni, sulle future traiettorie del debito, hanno palesemente fallito.
Da quando è però sceso in campo Matteo Renzi è innegabile che, a distanza di un anno, il più grande cambiamento osservato appare essere nelle quotazioni del mercato azionario italiano e del famigerato spread. Come evidente dal grafico centrale, il cosiddetto effetto Renzi ha portato il listino milanese in prossimità di un quasi + 50% da giungo 2013, una crescita importante scandita ed irrobustita ad ogni vittoria politica e seguente consolidamento di potere dell’attuale premier. E’ infatti partito tutto nel giugno 2013, quando l’allora sindaco di Firenze decise di candidarsi per le primarie del PD e poi volò in missione quasi segreta dalla cancelliera Angela Merkel, un momento che ha segnato il punto di svolta e di partenza dell’attuale rally. Da allora il mercato ha iniziato a crescere ed a scommettere sul “rottamatore” con enfasi sempre crescente ed in concomitanza della sconfitta dei suoi oppositori, ovvero dopo la disfatta di Bersani, la caduta di Letta ed infine la debacle di Grillo.
Ecco allora che una immagine o meglio, una serie di grafici tratti dal sito www.scenarieconomici.it, possono valere più di mille parole per valutare con adeguata consapevolezza la possibile precarietà della corsa del mercato italiano (azioni, titoli di Stato, spread ecc.), un’ascesa che potrebbe concludersi impietosamente proprio all’apice della scalata di Renzi, ovvero durante il semestre di presidenza europea a guida italiana.
Il prossimo semestre sarà decisivo per le sorti italiane, in quanto i dati economici reali non rispecchiano l’ottimismo e la fiducia del mercato finanziario. Se la “scommessa” Renzi non si concretizzasse al piano più alto dell’establishment europeo e la ripresa non si manifestasse adeguatamente, è plausibile attendersi qualcosa di ben meno entusiasmante e questo perché le scommesse avviate sul nostro mercato dalla finanza internazionale appaiono indubbiamente scollegate dalla realtà economica e sono basate esclusiva mente su aspettative e speranze d i riuscita del premier .
Il prossimo s e m e s t r e sarà potenzialmente l’ultimo round di un percorso avviato a fine 2011, in cui vedrà l’Italia protagonista nel bene o nel male delle sorti europee e questo perché i dati reali non mentono e di miglioramenti dopo anni di austerity non vi è nemmeno l’ombra, tutt’al più stiamo assistendo ad una fase di consolidamento della caduta, in attesa di capire se la luce in fondo al tunnel è quella d’uscita o quella del prossimo treno.
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