Il punto sui mercati

un-point-sur-la-ponctuation Accantonata la tornata delle Banche Centrali, con poche sorprese da parte della FED e la delusione dei mercati per i mancati interventi da parte della BoJ, è ritornata una certa volatilità sui mercati.  In questo senso ha sicuramente contribuito il fatto che l’S&P500 sia arrivato in prossimità di livelli (i massimi storici) decisamente importanti, tra l’altro con una configurazione tecnica delicata (fase laterale caratterizzata da massimi e minimi decrescenti).  Tutto questo mentre Wall Street deve fare i conti con un contesto fondamentale che, per quanto in miglioramento rispetto ad inizio anno, vede ancora il permanere di alcune criticità:

– sul lato macro la velocità dell’economia si conferma piuttosto contenuta (ancora una volta l’economia americana dovrebbe avere registrato il punto di minimo nel 1Q, ma la crescita 2016 non dovrebbe andare oltre l’1.5%/2%);

– sul lato micro gli utili aziendali presentano tassi di crescita abbastanza contenuti, conseguenza anche di margini reddituali che si collocano già su livelli record.

 

Queste indicazioni sembrano trovare conferma sia nei recenti dati macro (vedi il PMI e l’ISM del comparto manifatturiero usciti questa settimana) sia nella reporting season (anche se rettificati dal comparto energy gli utili aziendali hanno mediamente registrato una leggera variazione negativa rispetto al primo trimestre dell’anno scorso).  Sul fronte europeo, prosegue il lento miglioramento dell’economia, ma continuano a crescere i rischi geopolitici ed in questo contesto l’impressione è che le Borse continueranno a presentare una leva (al rialzo ed al ribasso) rispetto a Wall Street.  Con riguardo al mercato italiano tutto ruota intorno al sistema bancario.  Restiamo dell’idea che l’iniziativa del fondo Atlante sia stato un passaggio fondamentale per le prospettive del comparto, ma va anche tenuto conto che, complice qualche improvvida dichiarazione di alcuni banchieri, le aspettative erano probabilmente salite troppo e adesso devono essere ritarate.

Negli ultimi giorni vi sono infatti stati alcuni sviluppi meno positivi:

– i primi chiarimenti ufficiali sull’iniziativa Atlante hanno fatto emergere un beneficio inferiore rispetto alle ipotesi più ottimistiche;

– l’esito della ricapitalizzazione della Popolare di Vicenza non rappresenta di per se una sorpresa, ma si è comunque trattato di una evoluzione in negativo rispetto alle indicazioni fornite soltanto pochi giorni fa da alcuni degli attori coinvolti;

– il Decreto emanato dal Governo fornisce un contributo positivo per la gestione futura dei crediti problematici, ma al momento permane molta incertezza sulla possibilità che possa contribuire ad accorciare i tempi di recupero sullo stock di sofferenze esistenti.

I benefici derivanti dall’iniziativa Atlante restano comunque evidenti:

– consente una più agevole gestione di complicate operazioni di aumento di capitale;

– richiedendo un minore rendimento sugli investimenti nei crediti problematici (IRR del 6% contro il 15%), dovrebbe contribuire a migliorare in modo sensibile le condizioni del “mercato” delle sofferenze.

 

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