Tra fine luglio e metà settembre
sono state raddrizzate le sorti
di molti investimenti.
I rendimenti in euro di obbligazioni
ed azioni mondiali oscillano
tra -0,26% e +11,45%
Mario Draghi, presidente della Banca Centrale Europea, è stato recentemente eletto dal Financial Times “uomo dell’anno”, grazie a quel cambio di passo nella gestione della crisi dell’Euro annunciata a Londra il 24 luglio con le ormai celebri parole: “Nei limiti del suo mandato, la Bce farà qualunque cosa per preservare l’euro” e rincarando la dose con “E credetemi, sarà sufficiente“.
Senza ombra di dubbio l’effetto è stato più che sufficiente, a maggior ragione se analizziamo le performance dei mercati azionari ed obbligazionari nel mese e mezzo successivo all’effettivo annuncio del piano OMT (Open Market Transactions), ovvero il famoso “bazooka” con cui la BCE potrà sostenere i titoli di Stato dei paesi che si impegneranno in modo vincolante a riforme strutturali.
INASPETTABILE
E’ proprio grazie a quel mese e mezzo estivo, per molti “vacanziero”, se alla fine del 2012 in tanti potranno considerare l’annata appena conclusa con discreta soddisfazione e forse con stupore, considerando le premesse di fine 2011 (crisi Italia) o gli inferi di giugno/luglio (crisi Euro).
Un anno in cui si parlava apertamente della possibilità di rottura dell’Euro, di una Italia fuori dalla moneta unica ed in cui il panico serpeggiava tra gli investitori ed i capitali fuggivano verso quei paesi considerati più “affidabili” come Germania, Svizzera & co. ma che alla cui fine ha avuto un impressionante recupero per merito di Mr. Draghi.
CASO ITALIA
Emblematico è il caso italiano, dove il nostro indice FTSE MIB toccò il suo minimo dell’anno a quota 12.300 (-18% dal 1/1) proprio il 24/7, per poi ripartire prodigiosamente fino ad un massimo di 16.700 il 14 settembre, ovvero pochi giorni dopo l’annuncio del piano BCE. Una variazione del 35% che ha così riportato in nero il risultato 2012 di Piazza Affari (+7,84%).
Analoga sorte è avvenuta allo spread BTP-Bund sul decennale, in quanto nel medesimo periodo riagguantò quasi il massimo storico di novembre 2011, con tassi sul decennale nuovamente al 6,5%, per poi rientrare con il passare del tempo fino a rendimenti prossimi al 4,50% di fine anno, con lo spread in restringimento anche grazie alla risalita dei rendimenti tedeschi.
RESTO DEL MONDO
Se l’effetto BCE è apparso in tutta la sua evidenza sul nostro mercato ed in Europa in particolare, è innegabile che l’intervento congiunto delle altre principali banche centrali mondiali ha consentito di mantenere a galla il mercato finanziario, facendo ottenere rendimenti in taluni casi davvero strepitosi per non dire eccezionali come nei mercati obbligazionari più pericolosi, quali gli high yield o i corporate bond a basso rating.
Ad ogni modo e senza soffermarsi sulle performance più eclatanti, appare evidente come nel 2012 l‘indice globale azionario (MSCI World/Usd) sia riuscito a chiudere l’annata con un +13,18% (+11,45% in euro) mentre l’indice delle obbligazioni globali governative (JPM Global/Usd) è cresciuto a malapena del +1,30% (- 0,26% in euro).
DA -0,26% A +11,45%
Sostanzialmente un risparmiatore che avesse avuto nervi saldi per l’intero 2012, avrebbe conseguito in euro e senza alcuna copertura di cambio, un risultato nullo se fosse stato estremamente prudente ed investito al 100% in bond governativi globali, fin oltre il +10% con l’acceleratore spinto al massimo sulle azioni mondiali.
Tale forchetta di rendimenti, deve essere tenuta in forte considerazione dal risparmiatore, in quanto rappresenta un benchmark per valutare il risultato complessivo degli investimenti per l’annata trascorsa, considerando come un alert di verifica ogni eccessivo scostamento positivo o negativo da quest’intervallo.
+2,70% PER UN 75-25
Un portafoglio considerabile come bilanciato-prudente e diversificato a livello internazionale, in cui 3/4 degli asset fossero stati in obbligazioni governative globali ed 1/4 in azioni mondiali avrebbe conseguito un +2,67% in euro nel 2012, mentre per superare la soglia del 5% sarebbe stato necessario accettare un’esposizione del 50% in azioni, un rischio che certamente in molti non avrebbero emotivamente gestito facilmente in una annata così volatile ed imprevedibile.
VALUTARE
In questi giorni, in cui si è prossimi a fare il bilancio dei propri investimenti per giudicarne la bontà e la bravura di coloro che li hanno gestiti, sarà necessario operare non solo nell’ovvio controllo delle performance negative e sulle quali tutti sono abituati ad intervenire con nuove e migliorative scelte, bensì e con più attenzione nella valutazione delle inaspettate performance positive, in quanto è molto probabile che taluni risultati siano stati più l’effetto di eccessive scommesse “rischiose” andate a buon fine e solo grazie al provvidenziale intervento estivo di Draghi & Co.
L’allegata tabella può aiutare a meglio valutare quanto e quando è stato generato rendimento nel 2012, in differenti asset class d’investimento espresse in euro.
ATTENZIONE
La semplice performance non deve però essere il solo parametro di giudizio sulla bontà di un investimento bensì è molto più importante comprendere il modo in cui è stata conseguita… ovvero se per effettiva e comprovata bravura del gestore o più per una fortuita scelta andata a buon fine.
In un mercato in cui i tassi di interesse sono stati ridotti allo zero in buona parte del mondo occidentale, in cui le quotazioni di molti asset rischiosi (high yield, corporate, equity & co.) sono state rivalutate abbondantemente grazie alle politiche espansionistiche delle banche centrali ed in cui la ricerca di extra rendimento comporta dosi crescenti di rischio è necessario saper valutare e ben selezionare gestori realmente capaci.
Come sempre non è oro tutto quello che luccica, per cui è consigliabile effettuare un approfondito check up del proprio portafoglio, così da poter affrontare al meglio un 2013 in cui sarà davvero ostico realizzare buone performance con rischi moderati e saranno probabilmente appannaggio solo dei migliori e più “scaltri” gestori.
L’autore della rubrica – “Risparmio, i conti in tasca” pubblicata su www.lanuovaprimapagina.it , è a cura del nostro consulente RUBENS LIGABUE, professionista certificato EFA – European Financial Advisor, associato SIAT – Società Italiana Analisi Tecnica, iscritto all’Albo Unico Nazionale dei Promotori Finanziari.
Per domande e chiarimenti potete scrivere a: rubens.ligabue@gmail.com