L’orso russo ha freddo, infatti dalla fine dell’estate il rublo ha perduto il 60%. La prima causa, la discesa del petrolio, che ha rotto la soglia dei 60 dollari, poi le sanzioni per la crisi Ucraina, che comportano un impatto negativo di 40/50 mld di euro. La banca centrale ha rialzato i tassi di un punto e in alcuni momenti ha provato, senza risultato, a difendere la quotazione del rublo. Oggi il rendimento del bond Russia 2018 è arrivato al 10%. Il governo russo può fare poco, sia sul piano della difesa monetaria, sia per il prezzo del petrolio, che resterà debole anche nella prima parte del 2015. Potrebbe fare molto chiudendo la crisi ucraina, rinunciando ai territori russofoni, ma non alla Crimea, però la Russia è una “democrazia” imperialista e non sempre il benessere dei cittadini viene prima dell’interesse del potere. Quando si fermerà la discesa del petrolio, potrebbe essere il momento per scommettere sul rublo e sulle altre monete colpite dalla sua discesa: il dollaro canadese, il real, la corona norvegese.
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