Dopo un periodo molto caldo sul fronte obbligazionario, è utile cercare di fare un punto, anche se provvisorio. La crescita dei titoli di Stato tedeschi ed inglesi è stata favorita da una forte fase di “flight to quality”, ovvero la propensione degli investitori a preferire titoli sicuri, ma ora questo trend potrebbe rallentare: sia per l’affievolimento dei timori, sia perché gli investitori non riescono a vivere troppo a lungo nella paura e nei bassi rendimenti. I titoli di Stato tedeschi a due anni rendono meno di un punto e se il decennale tornasse ai livelli di inizio anno, registrerebbe una perdita di nove punti in conto capitale. La volatilità potrebbe ancora continuare, ma il rendimento dei bund e degli altri titoli dell’Europa core non è più interessante, anche dal punto di vista della rivalutazione. Per quando riguarda Italia e Spagna, dovendo scegliere tra titoli di Stato ed obbligazioni corporate industriali, preferiamo queste ultime, ad esempio una recente obbligazione decennale dell’Enel con rendimento facciale del 5%, quotata sotto la parità, la Telecom Italia con scadenza 10/02/22 XS048610102 (rend. 5,39%), la Telefonica 11/11/19 XS046299957 (rend. 4,51%). Sebbene le finanze dei governi italiani e spagnoli siano sotto pressione, è pensabile che la loro economia sia troppo grande per prevedere un fallimento che porterebbe a fondo l’Europa intera. I due paesi si trovano ad affrontare un problema di liquidità, piuttosto che di insolvenza, nel caso italiano anche un problema di credibilità politica. In Spagna il rapporto Debito/Pil è basso, mentre è elevato il rapporto Deficit/Pil, in Italia i valori sono opposti. Però è possibile che il contagio greco o portoghese e la spinta della speculazione facciano oscillare il valore dei titoli di Stato. Per questo riteniamo che una buona diversificazione sia appunto rappresentata dalle obbligazioni corporate.
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