Secondo Jack Janasiewicz, i quattro catalizzatori del lingotto sono: l’andamento dei tassi reali, l’incremento dell’offerta di titoli obbligazionari considerati asset rifugio e che hanno rendimento negativo, la “sostituzione” del reddito fisso nella sua funzione di compensazione del rischio azionario nella costruzione di portafoglio, il
Jack Janasiewicz, portfolio manager di Natixis Investment Managers, nel prendere in considerazione l’andamento del metallo giallo negli ultimi tempi fa luce sul legame che vi è tra quest’ultimo e i tassi reali. Secondo quanto comunemente riconosciuto l’oro non fa perdere rendimento e non vi è carry, ovvero non vi alcun corrispettivo rimanendo fermi con il lingotto. L’esperto evidenzia che “con i tassi nominali sui titoli a reddito fisso tradizionali così bassi e i rendimenti reali adesso negativi, la questione legata al costo del carry che i beni rifugio dell’universo obbligazionario hanno tipicamente fornito non rappresenta più un ostacolo”, dal momento che “in termini di rendimenti corretti per l’inflazione, si perde denaro se si ha in portafoglio principalmente debito governativo”. Allo stesso modo, con dei rendimenti che si spostano sempre più sotto la parità, “l’oro, in quanto riserva di valore, sembra essere ogni giorno più interessante”.
Il secondo aspetto che l’esperto prende in considerazione riguarda i titoli obbligazionari. Questi ultimi sono considerati un asset rifugio con un rendimento negativo la cui offerta sta crescendo considerevolmente. Quindi questa crescita non fa altro che esercitare una pressione al rialzo su asset sicuri come l’oro poichè “gli investitori cercano un mezzo per proteggere il valore rispetto a quei mezzi che vedono eroso il proprio valore dall’inflazione giorno dopo giorno”.
Altro elemento da considerare riguarda la costruzione del portafoglio. I titoli di Stato stanno perdendo giorno dopo giorno la loro capacità di attenuare il rischio azionario specie nei periodi più difficili. Per questa ragione gli investitori rivolgono la loro attenzione ad altri asset (e l’oro rientra tra questi) che riescono ad attenuare il rischio.
Infine, l’ultimo fattore che Jack Janasiewicz ricorda nel suo intervento riguarda il deprezzamento che sta vivendo nell’ultimo periodo la moneta statunitense rispetto alle altre valute. Un dollaro che sta diventando meno forte principalmente per via dell’aumento dei contagi negli Usa e per via dell’incertezza provocata dalle prossime presidenziali americane, non fa altro che rafforzare il lingotto. Si tenga presente che il metallo giallo è prezzato in valuta statunitense e nel momento in cui quest’ultima si deprezza, l’oro diventa meno costoso da acquistare.
Quindi secondo l’esperto, fino a che questi quattro fattori saranno presenti “è difficile immaginare una significativa pressione al ribasso sul metallo giallo”. (riproduzione riservata)
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