Mobius torna a consigliare l’oro. In Germania la domanda è al top dal 2009

Molti investitori in oro potrebbero essere preoccupati per la prospettiva che la Fed riduca gli stimoli monetari, non i tedeschi che stanno ancora comprando il metallo giallo, che oggi consolida sopra 1.800 dollari l’oncia, per coprirsi dall’inflazione. Il noto investitore svizzero, Mark Mobius, è tornato a consigliare di detenere il 10% del portafoglio in oro fisico poiché le valute si svaluteranno. eToro: target al rialzo in area 1.830, 1.860 e 1.900 dollari

di Francesca Gerosa

Molti investitori in oro potrebbero essere preoccupati per la prospettiva che la Federal Reserve riduca gli stimoli monetari, non i tedeschi che stanno ancora comprando il metallo giallo che oggi consolida sopra quota 1.800 dollari l’oncia a 1.819,70 (+0,01%), congiuntamente alla flessione del dollaro. I dati del World Gold Council parlano chiaro: la domanda di oro in Germania, tradizionalmente il più grande acquirente di monete e lingotti in Europa, è stata la più alta dal 2009 nella prima metà di quest’anno.

Anche gli acquisti in altri mercati occidentali sono stati forti, ma i tedeschi stanno comprando a mani forti per coprirsi contro l’aumento dell’inflazione. “Abbiamo una lunga storia di paura per l’inflazione nel nostro Dna. Ora il rischio di inflazione sta aumentando”, ha detto, citato da Bloomberg, Raphael Scherer, amministratore delegato di Philoro Edelmetalle GmbH, le cui vendite di oro sono aumentate del 25% quest’anno rispetto a quello che era già un forte 2020. “Le prospettive per i metalli preziosi”, ha aggiunto, “sono molto positive”.

L’amore della Germania per l’oro ha le sue origini nell’iperinflazione vista sotto la Repubblica di Weimar un secolo fa, che ha visto crollare il potere d’acquisto dei consumatori. Il mese scorso la riapertura economica ha portato l’inflazione tedesca a salire al livello più alto da un decennio, al 3,8%. Anche i tassi d’interesse negativi in Europa stanno rendendo più attraenti i beni come l’oro, ha concluso Scherer.

L’AfD, il partito di estrema destra tedesco, ha accusato la Banca centrale europea di “espropriare” i tedeschi dei loro risparmi con la sua “riprovevole politica dei tassi a zero”. Di conseguenza la domanda di lingotti e monete nel primo semestre in Germania è aumentata del 35% rispetto ai sei mesi precedenti, rispetto al +20% nel resto del mondo, secondo i dati del World Gold Council. Insomma, l’oro è destinato a restare tra gli investimenti preferiti dei tedeschi e non solo visto che il noto investitore svizzero, Mark Mobius, fondatore di Mobius Capital Partners, è tornato a consigliare di detenere il 10% del portafoglio in oro fisico, poiché le valute si svaluteranno dopo gli stimoli messi in campo per combattere la pandemia da Covid-19.

E questo dopo che i prezzi dell’oro sono scesi di quasi il 7% dall’inizio di giugno, mentre il mercato è preoccupato che la Fed metta un freno alle sue massicce misure di stimolo che hanno contribuito a far salire il metallo giallo a un livello record nel 2020. Dall’altra parte dell’Atlantico, le aspettative per un rialzo dei tassi da parte della Bce nei prossimi anni rimangono attenuate. Questo può sostenere la domanda di oro in Germania, anche se i prezzi si attenuano. Per ora, ha notato Carlo Alberto De Casa, analista di Kinesis, stanno giocando con la resistenza a 1.820 dollari l’oncia dopo il simposio di Jackson Hole dove nel suo discorso il presidente della Fed, Jerome Powell, non è stato particolarmente dovish.

“Ma il fatto che non abbia annunciato l’inizio del tapering è stato sufficiente per innescare un nuovo calo del dollaro, mentre le azioni sono balzate a nuovi massimi e l’oro si è impennato a 1.820 dollari. In poche parole, il suo approccio “wait and see” è stato complessivamente positivo per le materie prime e per il settore dei metalli preziosi”, ha spiegato De Casa per il quale le modeste perdite di oggi possono essere viste come una fase di consolidamento dopo il salto di venerdì pomeriggio.

“Inoltre, non dobbiamo ignorare il rimbalzo delle ultime due settimane, dal minimo di 1.677 dollari raggiunto a metà agosto. Da un punto di vista tecnico l’oro rimane in un contesto positivo. Un netto superamento della soglia a 1.820 dollari aprirebbe lo spazio per nuovi rally. Viceversa, solo un calo sotto 1.890 dollari potrebbe essere visto come un segnale di debolezza”, ha aggiunto De Casa, notando anche il rimbalzo dell’argento che viene scambiato a a 24,227 dollari (+0,4%). “Il quadro tecnico rimane, comunque, più fragile, in quanto il metallo grigio sta ancora sottoperformando l’oro”, ha concluso l’esperto.

Per Edoardo Fusco Femiano, market analyst di eToro, i target al rialzo sono in area 1.830, 1.860 e 1.900 dollari. Sopra 1.900 il target successivo sarebbe direttamente intorno a 2.000 dollari. “Nonostante l’espansione di volatilità, l’RSI mostra espansione rialzista e un quadro costruttivo”, ha confermato Femiano. Sul piano generale, solo una discesa sotto 1.700 potrebbe portare a un’ulteriore estensione del ribasso degli ultimi dodici mesi”, ha avvertito.

Da Milano Finanza 

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