E’ partita formalmente questa mattina la procedura di escussione da parte del fondo attivista Elliott sul 100% del capitale della Rossoneri Sport Investment di Yonghong Li, il proprietario del Milan inadempiente rispetto all’ultimo aumento di capitale deliberato (32 milioni) che, alla scadenza prevista dagli accordi, venerdì 6, non ha rimborsato i capitali anticipati da Elliott e gli interessi maturati. A questo punto, nonostante le voci di possibili interventi di nuovi investitori in extremis – opzioni mai realmente concretizzatesi ma solo ipotizzate -, il fondo di Paul SInger ha deciso di passare all’azione.
La procedura, che dovrebbe passare formalmente dal Tribunale del Lussemburgo (anche se in base a uno specifico articolo, il 6.4, del contratto di finanziamento siglato lo scorso anno tra le parti, non servirebbe arrivare davanti ai giudici), richiederà un periodo di tempo oscillante tra i 3 e i 7 giorni lavorativi per la sua concretizzazione. Ma è plausibile che, non essendoci particolari questioni da dirimere, tutto venga risolto nell’arco di alcuni giorni, al massimo tre. Dopo di che Elliott diventerà a tutti gli effetti il proprietario del Milan.
Completato questo passaggio formale è alquanto probabile che Elliott convochi a stretto giro o l’assemblea del Milan o anche solo un consiglio d’amministrazione per rinnovare le cariche del board e probabilmente anche per sostituire l’attuale top management a partire dallo stesso Fassone e dal direttore sportivo Massimilano Mirabelli. Al momento non ci sono nomi sul tavolo da parte di Elliott, che dovrà poi definire la sua strategia d’azione dopo aver messo sul piatto dapprima 303 milioni a favore di Yonghong Li e poi altri 32 milioni per permettere l’iscrizione del club alla prossima stagione calcistica. Una somma che, con gli interessi maturati, è lievitata ben oltre la soglia dei 400 milioni e che comunque entro il 15 ottobre l’imprenditore cinese avrebe dovuto rimborsare integralmente al fondo americano.
Non è detto che Elliott, in quanto fondo attivista, cerchi subito un acquirente per il Milan, anche se questa pare la strada maestra impostata da Paul Singer. C’è infatti chi sostiene che, per la sua natura e per il fatto che comunque la cifra sinora messa sul piatto o impegnata rappresenti un goccia nel mare dei miliardi investiti nel corso del tempo da Elliott, il fondo decida di gestire come un puro operatore del private equity la squadra rossonera. In questo caso, dovrebbe però individuare nuovo management.
L’alternativa è la cessione del controllo del Milan. E in questo caso si sostiene che l’opzione miglior per Elliott sia la famiglia Ricketts, proprietaria tra gli altri asset della squadra di baseball Chicago Cubs. Anche se il patron dei Cosmos di New York, l’italo-americano Rocco Commisso, continua a ribadire il suo reale interesse per il club rossonero. Al momento le trattative per la cessione del Milan si aggirano su una base d’asta di 500 milioni.
Chi esce di scena è Yonghong LI, ossia colui che nell’aprile di un anno fa riconobbe alla Fininvest un controvalore totale di 740 milioni per acquisire il Milan dopo i 31 anni di gestione tagata Berlusconi. Il cinese, oltre all’esborso cash per comprare la società (520,5 milioni), ha poi impegnato quasi altri 100 milioni per sostenere i conti del club. Un investimento quindi superiore ai 600 milioni che ora rischia seriamente di andare in fumo.
Da: Milano finanza
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