Il governo del Land tedesco della Sassonia si è sbarazzato, negli ultimi mesi, di quasi tutti i titoli italiani, sostituendoli con titoli greci. Complimenti per l’affare! Ma il massimo è Obama: sarebbe meglio per tutti se invece di lamentarsi della situazione dell’Europa, dicesse alle sue banche di smettere di vendere i titoli di stato dell’eurozona. Intanto, come avevamo ipotizzato la settimana scorsa, i mercati stanno assaltando Spagna e Francia. Le recenti aste settimanali dei titoli di stato dei due paesi dell’UE, hanno registrato un netto peggioramento del bid to cover e rendimenti in aumento. La Spagna ha collocato 3,5 miliardi di euro di Bonos decennali con un rendimento medio del 6,975%, mentre la Francia, paese che conserva ancora la tripla A di rating, è balzata ad un 2,7-2,8%, realizzando il nuovo record dello spread che ha superato la barriera dei 200 punti. Ma anche il rendimento del Bund tedesco raggiunge nuovi massimi, sulle notizie dell’allargamento del contagio agli altri paesi europei. Lo scenario negativo arriva a lambire la vicina Svizzera, che potrebbe affrontare un inizio 2012 di deflazione e recessione economica come conseguenza del rallentamento economico. A portare notizie nefaste, non bastavano le agenzie di rating; ora sono arrivate pure le clearing houses, ovvero stanze di compensazione, che hanno alzato i margini richiesti per lo scambio delle obbligazioni italiane, facendo schizzare lo spread dell’Italia. Pare che anche qui, ci sia lo stesso terribile meccanismo usato nel rating: se le quotazioni toccano una soglia determinata, scatta l’inasprimento dei margini, il prossimo giro di giostra sarà a quota 7,5%? La Germania, mentre la barca europea affonda, tiene la sua rotta rigorista che l’ha portata prima a tentennare sulla crisi di una paese grande come la Lombardia e cioè la Grecia, poi a negare il via libera agli eurobond e infine a rifiutare l’uso della leva per il fondo salva-stati. Insomma, no e sempre no a tutto, senza avanzare una proposta. Insiste, come può solo fare una bambina capricciosa che non vuole prestare il giocattolo all’amichetto, a negare le possibili soluzioni alla crisi. La Merkel, infatti, è tornata a ribadire la sua contrarietà alla possibilità che la BCE possa diventare prestatore di ultima istanza al debito dei paesi dell’eurozona, sul modello di quanto fatto da altre banche centrali. La giustificazione dei tedeschi è che non è una soluzione per l’immediato dei problemi dell’Europa. Ma a smentire la posizione della Merkel c’è la rincorsa degli USA: dopo la cura da cavallo all’economia con i due QE (Quantitative Easing), i dati economici riferiti ai nuovi cantieri e ai permessi di costruzioni si sono rivelati sorprendentemente forti, come sono migliorate le richieste settimanali dei sussidi alla disoccupazione. C’è da sperare che l’entrata della Francia nel club degli “sfigati”, possa contribuire a spezzare l’asse che si è creato con la Germania, e che si arrivi al più presto alle soluzioni della crisi già condivise da tutti gli stati minori dell’Europa.
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