I mercati valutari rimangono in attesa dell’evoluzione dell’impasse politico americana e la volatilità continua a diminuire una risoluzione positiva del “debt ceiling”.
EUR/US$ continua ad oscillare in area 1,356/7 dal momento che il rinvio del “tapering” della Fed, che ora appare spostato più verso il primo trimestre 2014 dopo la nomina ufficiale di Janet Yellen a successore di Bernanke ed i crescenti segnali di stress nell’economia per via dello “shutdown”, ha privato il US$ di un catalizzatore primario di apprezzamento a breve termine.
La prospettiva del raggiungimento di un accordo politico tra Repubblicani e Democratici sta però favorendo la riduzione del premio per il rischio fiscale, che aveva ulteriormente indebolito la valuta americana, che in caso di accordo dovrebbe stabilizzarsi in un range più elevato rispetto a quello prevalente fino a settembre. I timori per la crescita americana legati alle vicende fiscali e la prosecuzione del QE3 trattengono i livelli dei rendimenti dei Treasuries e questo a sua volta incoraggia il carry trade valutario.
Le operazioni di carry vengono impostate nonostante l’eccesso di rendimento reperibile sulle valute del G-10 sia prossimo ai minimi storici (anche tenendo conto del rischio) e le valute emergenti non siano supportate da un solido momentum di crescita economica ed il rinvio del tapering abbia aperto per molte Banche Centrali una finestra di opportunità per rilassare la politica monetaria.