Mercati obbligazionari

mercati Nell’ultimo mese è continuato il rialzo dei tassi americani ed europei che si sono portati sui massimi da inizio anno. A favorire tale movimento ha contribuito principalmente il generale miglioramento del contesto macroeconomico, evidenziato dagli ultimi dati positivi sull’attività manifatturiera in Europa, negli Stati Uniti e in Cina e le attese per l’annuncio di una riduzione del QE nella riunione del FOMC del 17 e 18 settembre. Il movimento sui tassi USA è stato inoltre amplificato dal basso livello di liquidità che sta caratterizzando il mercato dei Treasury americani. Ulteriori segnali di ripresa dell’economia statunitense e europea dovrebbero continuare a favorire la dinamica rialzista dei tassi anche se il movimento dovrebbe perdere intensità poiché il mercato ha ormai pienamente prezzato l’avvio del tapering. Tuttavia qualora la Fed decidesse di posticipare l’inizio della riduzione del quantitative easing, la reazione del mercato sarebbe molto marcata e comporterebbe un forte abbassamento della curva USA. Un elemento che potrebbe invertire momentaneamente il movimento sui tassi in atto è il peggioramento della situazione in Siria con un allargamento del conflitto agli altri paesi mediorentali. Nelle ultime settimane, tuttavia, questa eventualità è diventata più remota viste le difficoltà del presidente Obama nell’ottenere al Congresso il via libera ad un intervento militare e la mediazione russa sulla consegna delle armi chimiche di Assad alla Comunità Internazionale.

Mercati obbligazionari

In Europa la salita dei tassi dovrebbe essere accompagnata da una sovraperformance della parte breve della curva il cui recente sell off appare eccessivo e potrebbero beneficiare di un possibile intervento da parte della BCE volto a contrastare la diminuzione dell’eccesso di liquidità. La misura più probabile è una nuova LTRO a 2 anni entro dicembre.

Sul fronte periferico, è continuata la riduzione degli spread con il differenziale BTP-Bund che si è portato sui valori di luglio 2012 a 250 bps e il differenziale spagnolo sceso sotto quello italiano a 240 bps. Tale andamento tuttavia è da ricondurre principalmente all’aumento dei tassi tedeschi. Per quanto riguarda l’Italia continuiamo a mantenere un atteggiamento prudente vista l’incertezza sulla tenuta del Governo.

L’ondata di vendite che si è abbattuta sugli asset di debito dei Paesi Emergenti a partire da maggio sembra essersi arrestata in settembre consentendo una certa stabilizzazione dei tassi, degli spread sovrani e delle valute. Il rally di sollievo è stato alimentato principalmente dalle sorprese positive dei dati macroeconomici cinesi, che hanno rasserenato l’outlook di crescita per il 3Q e dall’aggressività degli interventi di alcune Banche Centrali emergenti, come Brasile e India che hanno contribuito ad arrestare il deflusso di capitali. Il rally è comunque molto selettivo, con i Paesi che sono risultati meno credibili (come la Turchia) che hanno registrato sottoperformance significative.