Nemmeno sui mercati può piovere per sempre. Quali analisi potrebbero, però, aiutarci a capire se il diluvio sta per cessare? Fuor di metafora, come capire quando la fase ribassista si sta avvicinando alla fine preannunciando l’inversione di tendenza?
A questa domanda, fondamentale per poter
approfittare di un’eventuale ripresa delle valutazioni, ha provato a
rispondere Nadège Dufossé, Cfa, Head of Asset
Allocation presso Candriam.
Secondo Dufossé il sentiment degli investitori è già migliorato
durante la scorsa settimana, segnalando che la fase “di depressione” potrebbe
essersi già conclusa. A questo punto gli indicatori da seguire sarebbero almeno
cinque secondo Candriam. Vediamo quali sono:
- Indicatori collegati all’epidemia. “Stiamo seguendo il tasso di crescita nel numero di nuovi casi [di coronavirus], saremo rassicurati una volta accertato l’impatto positivo delle misure di contenimento”, ha scritto Dufossé, precisando che “le strategie dei governi per uscire dalle misure di isolamento sono ora ancora più importanti”, dello stesso andamento dei contagi.
- Indicatori di rischio di mercato. “L’attuale mercato ribassista non dovrebbe trasformarsi in una crisi
finanziaria globale”, ha scritto Dufossé, “le azioni delle banche centrali
hanno mitigato con successo gli stress di liquidità e finanziari.
Gli indicatori relativi alle questioni di finanziamento in USD o alla liquidità
nel mercato dei Treasury
USA, ad esempio, si stanno normalizzando”.
Inoltre stanno calando gli indicatori di volatilità rappresentati dal Vix e dal dal V2x (che pur si mantengono su livelli elevati). “Questo è un segnale positivo, ma non ancora sufficiente. Quando gli indici di volatilità diminuiscono solitamente significa che il punto più basso della depressione è stato raggiunto”. - Indicatori di attività. “Proprio come per gli indicatori di rischio di mercato, per raggiungere
il punto più basso gli investitori devono essere in grado di porre un limite al
danno economico.
Il ritmo della ripresa delle attività in Cina potrebbe fornire alcuni indizi utili a fare proiezioni per l’Europa e gli Stati Uniti”, ha scritto Dufossé precisando che per gli Stati Uniti continuerà pesare l’incertezza su quelle che saranno l’ampiezza e la durata delle politiche di isolamento. - Indicatori di risposta politica. “Stiamo seguendo le dimensioni del supporto fiscale e
delle decisioni di politica monetaria e al momento questi sono i principali
fattori di supporto che hanno permesso la scorsa settimana un rimbalzo del
mercato”, ha affermato la Head of Asset Allocation di Candriam.
“Riteniamo che le risposte dei governi e delle banche centrali siano, per il momento, proattive e sufficienti, per mitigare l’impatto economico. Il sostegno fiscale globale supera il 2,5% del Pil globale”. - Indicatori di valutazione. L’ultimo aspetto da seguire è la valutazione di prezzo sui
titoli azionari: esse “non sono mai un fattore scatenante per un
rimbalzo, ma dovrebbero essere basse abbastanza da avere incorporato gran parte
delle cattive notizie”. Secondo Dufossé queste valutazioni avrebbero raggiunto
il fondo in Europa (con un rapporto prezzi/utili intorno al 10).
“Nei mercati del reddito fisso, gli spread sugli High Yield negli Stati Uniti hanno implicitamente integrato un tasso di default dell’8-9%. Anche il premio per il rischio sulle azioni è tornato ai livelli del 2008 negli Stati Uniti e in Europa a causa del calo delle valutazioni e del basso livello dei rendimenti. La scorsa settimana gli indicatori di valutazione indicavano un interessante rischio-rendimento”, ha concluso Dufossé. - Indicatori di valutazione. L’ultimo aspetto da seguire è la valutazione di prezzo sui
titoli azionari: esse “non sono mai un fattore scatenante per un rimbalzo,
ma dovrebbero essere basse abbastanza da avere incorporato gran parte delle
cattive notizie”. Secondo Dufossé queste valutazioni avrebbero raggiunto il
fondo in Europa (con un rapporto prezzi/utili intorno
al 10). “Nei mercati del reddito fisso, gli spread sugli High Yield
negli Stati Uniti hanno implicitamente integrato un tasso di default dell’8-9%.
Anche il premio per il rischio sulle azioni è tornato ai livelli del 2008 negli Stati Uniti e in Europa a causa del calo delle valutazioni e del basso livello dei rendimenti. La scorsa settimana gli indicatori di valutazione indicavano un interessante rischio-rendimento”, ha concluso Dufossé.
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