Mercati Valutari- Brasile e Messico

 Brasile

Il  Brasile  è  uscito  dalla  recessione  nel  primo  semestre  del  2017,  guidato  dalla  spesa  per  consumi,  dal  commercio  estero  e  dall’agricoltura,   mentre  gli investimenti fissi e  la spesa pubblica  continuano a contrarsi.  La disinflazione dell’economia,  la discesa dei tassi  d’interesse e la  ripresa del mercato  del lavoro dovrebbero continuare  a sostenere la spesa  per consumi,  mentre la debolezza degli  investimenti fissi è  collegata all’incertezza politica e  pertanto destinata a persistere fino alle elezioni presidenziali alla fine del 2018. La Banca Centrale (BCB) ha accompagnato la discesa dell’inflazione, tagliando aggressivamente  i tassi dal 14,25%  all’8,25%.  Nonostante  a settembre  la Banca  abbia  segnalato  che la  fine del ciclo  espansivo è  prossima, vi  è ancora la  possibilità di  un ulteriore ribasso  dei tassi  entro l’anno.  I rischi  politici  in Brasile  rimangono elevati,  ma  il Presidente  Temer dovrebbe  rimanere al  potere  fino alle  elezioni del  2018. Questa relativa stabilità dovrebbe essere  sufficiente a mantenere l’interesse degli  investitori, anche se le prospettive che  la riforma previdenziale possa essere approvata sono  basse e pertanto  i conti pubblici continueranno  a rappresentare il  principale punto debole  del Brasile. Il  carry elevato, il  premio per il  rischio politico già prezzato ed il posizionamento relativamente leggero rimangono di supporto al BRL.

 

Messico

In  linea con  il  trend degli  ultimi  4  anni, la  crescita  del Messico  non  riesce  ad  accelerare significativamente  oltre  il 2%  annuo:  vari  fattori ciclici  (politiche

monetaria  e fiscale  restrittive)  e strutturali  (calo  della  produzione  petrolifera, sicurezza  interna)  compensano  l’effetto positivo  delle  buone  condizioni del

mercato del lavoro,  della domanda estera e delle riforme  strutturali degli ultimi anni. L’effetto  delle recenti catastrofi naturali e l’incertezza  politica domestica

ed estera garantiscono che l’economia continuerà a crescere appena sopra il 2% per l’intero  2017 e 2018. La Banca Centrale del Messico sta aumentando i tassi

dalla fine del 2015  e non sembra intenzionata  ad adottare una linea  di policy opposta a  quella della Fed. Il peso  messicano è stato il  massimo beneficiario del

venir meno  della Trumpflation tra  la fine di  gennaio e l’estate,  supportato anche  dal carry crescente.  L’eccesso di  rendimento dovrebbe rimanere  un fattore

positivo per il MXN, ma  l’incertezza politica domestica con l’avvicinarsi delle elezioni del luglio  2018, i negoziati di revisione del NAFTA, che  sembrano andare a

sfavore del Messico a causa della dell’inattesa agressività degli Usa, la Fed meno cauta ed  ritorno  della Trumpflation riducono l’appeal del peso messicano per i

prossimi mesi.

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