L’influenza delle banche sul governo Monti

Per comprendere meglio il peso straordinario, in termini di influenza, che le banche e il potere economico esercitano sul Governo Monti, è sufficiente prendere in esame i curricula dei Ministri e dei Sottosegretari che ne fanno parte, a cominciare dal Presidente del Consiglio che è anche, ad interim, Ministro all’Economia e alle Finanze. Mario Monti è figlio di un direttore di banca e nipote di un banchiere pubblico, Raffaele Mattioli. E’ stato dal 1988 al 1990 vicepresidente della Comit (Banca Commerciale Italiana),che è stata una delle prime e più importanti banche italiane, insieme a Banco di Roma e Credito Italiano, ed una delle tre Banche di Interesse Nazionale controllate dall’IRI. La Comit è stata fondata a Milano il 10 ottobre 1894, per iniziativa di un consorzio di banche tedesche, austriache e svizzere. Tra il 2005 e il 2011 Monti è stato international advisor per la banca d’affari statunitense Goldman Sachs. Piero Gnudi, ministro agli Affari Regionali, Turismo e Sport, è consigliere di amministrazione di Unicredit; Fabrizio Barca, Ministro alla Coesione Territoriale, ha iniziato la sua carriera professionale nel Servizio Studi di Banca d’Italia; Francesco Profumo, Ministro all’Istruzione, Università e Ricerca, è stato membro del Consiglio di Amministrazione di Unicredit Private Banking; Vittorio Grilli, Vice ministro all’Economia e Finanze, nel 2000 ha assunto un incarico dirigenziale nella banca Credit Suisse; Vieri Ceriani, Sottosegretario all’Economia e Finanze, dal 2004 e fino alla sua nomina ministeriale è stato Capo dei Servizi Fiscali della Banca d’Italia; Elsa Fornero, Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, è stata Vice Presidente del Consiglio di Sorveglianza di Intesa Sanpaolo (2010-2011), Vice Presidente della Compagnia di Sanpaolo (2008-2010), membro della commissione di esperti valutatori presso la World Bank (2003-2004); Mario Ciaccia, Vice ministro alle infrastrutture e Trasporti, è entrato nel mondo bancario nel 2002 e vi ha ricoperto importanti incarichi, tra cui quello di Amministratore Delegato e Direttore Generale di Banca Infrastrutture Innovazione e Sviluppo e Presidente e Amministratore delegato di Banca OPI; Corrado Passera, ministro allo Sviluppo Economico, alle Infrastrutture e ai Trasporti del Governo Monti, nel 1996 venne nominato amministratore delegato e direttore generale del Banco Ambrosiano Veneto, alla cui guida portò a termine il consolidamento bancario con Cariplo, uno dei più importanti istituti bancari italiani. Nel 2002 Passera venne chiamato a ricoprire la carica di amministratore delegato Banca Intesa, nata nel 1998 dall’integrazione di Cariplo e Banco Ambrosiano Veneto. Nel 2006 Corrado Passera è tra gli artefici del processo che porterà all’integrazione tra Banca Intesa e Sanpaolo IMI, dando vita a Intesa Sanpaolo. Passera è inoltre membro del Comitato Esecutivo dell’ABI (Associazione Bancaria Italiana) e dell’International Business Council del World Economic Forum di Ginevra. Poste queste premesse, non sfugge a nessuno il fatto che il determinarsi di uno strapotere delle banche e, in generale, del potere finanziario, potrebbe provocare uno strangolamento dell’economia produttiva e soprattutto delle piccole e medie imprese. Che il Governo Monti sia fortemente condizionato dalle banche e dai loro interessi lo dimostra il fatto che lo stesso si è ben guardato dall’aprire un tavolo di confronto utile a definire le modalità secondo le quali verranno utilizzati i 110 miliardi di Euro loro destinati, a condizioni di favore dalla Bce. Sono infatti molti a temere che tali fondi finiranno con l’essere destinati ad aumentare il patrimonio delle banche, in relazione alle nuove normative europee, anziché sostenere lo sviluppo economico e l’occupazione, attraverso finanziamenti agevolati alle imprese e alle famiglie.

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