Brexit est. Punto. E, per ora, rimettere gli orologi indietro, non ci riporta indietro nel tempo. Bisogna andare avanti. E una cosa deve essere chiara: stare dentro o stare fuori ha vantaggi e svantaggi. La pagliacciata del crollo delle borse di venerdì 24 giugno è solo uno sporco gioco di speculazione e niente più. Inghilterra dentro o fuori, è stato valutato valere lo 0,3% del PIL europeo. Niente. Meno di uno starnuto. Ma gli interessi degli speculatori sono tanti come le loro “maniglie” sui media e quindi il terrore si espande, la palla di neve diventa una valanga e la paura, la stramaledetta paura, terrorizza non solo mentalmente, ma anche economicamente le formiche come noi, che, come quelle vere, se disturbate, corrono all’impazzata dovunque e comunque. Se i fondi non avessero cominciato a vendere, niente sarebbe successo, ma i gestori dei fondi hanno amici e comunque il loro “stipendiuccio” non lo tocca nessuno, quindi perché stare fermi quando si può giocare? Che poi dietro ai giochi ci siano i risparmi di una vita o la pensione integrativa, a chi importa? Non a loro che non sanno niente della vita reale. A loro interessano le performances comparate: se perdono mezzo punto in meno di un altro, hanno vinto e si beccano le stelle come se fossero ristoranti della Michelin. Non gestiscono i nostri soldi, gestiscono soldi, e se ne fottono di quale reazione avrà la loro azione.
Questo liquida la stupidità di queste decine di migliaia di stronzi che operano per noi (e molte volte contro). Ora veniamo al nocciolo. La paura. Brexit dicono essere politicamente grave, perché potrebbe indurre altri paesi ad uscire. Guardiamo chi e capiamo perché. Vuol uscire l’Olanda per avere mani più libere per raccattare sedi di società che là pagano meno tasse (ex FIAT), oppure vogliono uscire paesi che pensano di risolvere la questione dell’occupazione tornando alla valuta nazionale (e svalutando). Discorsi da ubriachi: quanto dovrebbe svalutare la lira per far concorrenza alla manodopera del Bangladesh o del Pakistan? Soluzione non percorribile e in più i tassi sul debito schizzerebbero oltre il 15% e me lo dite chi riuscirebbe a pagare gli interessi se i paesi sono Italia, Spagna, Portogallo o Francia? Già ora gli inglesi, per tenersi la sterlina pagavano 1,5-2% in più che i paesi dell’euro. Quindi o si spera di far incetta di aziende che portano impiego (non lavoro vero, no colletti bianchi) per pagare meno tasse, o si pensa di diventare ricchi facendo i contoterzisti per i paesi forti alla metà della paga attuale.
Oppure si smette di raccontare cazzate, o di crederle, e si pretende un’Europa equilibrata, nei costi e nell’efficienza, si mantengono le tradizioni locali, ma si comincia a pensare a qualcosa di grande cui appartenere, si normalizzano le differenze il più in fretta possibile e si smette questa pagliacciata in cui tutti i politici che governano giurano fedeltà, per poi cornificarla con la prima squinzia che passa.
Europa deve nascere nelle e dalle coscienze, non dagli strilli di piazza o nei consessi negli alberghi a mille stelle. Pensateci e dite agli altri di smettere di prenderci per i fondelli. Bisogna crescere, diventare adulti, smettere di credere alle favole che ci raccontano il gatto e la volpe di Pinocchio, mai troppo letto e troppo presto liquidato come cosa per i più piccini.
Devi accedere per postare un commento.