L’edilizia è in pessime condizioni. Ma dal 2012 ha sovraperformato il listino

Traders-work-the-crude-oi-001Il settore dell’edilizia è quello anticiclico per eccellenza e viene considerato da sempre, almeno in linea teorica, uno dei più potenti ed efficaci nella creazione di occupazione durante i periodi di crisi generalizzata dell’economia. La sua funzione sarebbe dunque quella di volano per rimettere in moto l’intero sistema economico. Leggendo alcuni dati si scopre però che anche questo comparto è in profonda crisi, e che negli ultimi quattro anni in Italia ha raggiunto i minimi storici. Sono circa sessantamila le imprese che hanno chiuso i battenti in questo periodo, prevalentemente di piccola e media entità, e trecentomila i posti di lavoro bruciati.

FtseCM

Se da un lato le banche non fanno più credito alle imprese e sono molto più restie nel concedere mutui alle famiglie desiderose di acquistare casa, dall’altro gli imprenditori che lavorano prevalentemente con il settore pubblico fanno un’enorme fatica a riscuotere i propri crediti dalle amministrazioni in tempi brevi. Eppure osservando l’andamento del paniere dei principali titoli edilizi quotati a Piazza Affari si rimane sorpresi nel riscontrare la netta sovraperformance realizzata nei confronti del resto del listino a partire dall’inizio del 2012. Sembrerebbe che i mercati stiano puntando proprio sul comparto delle costruzioni in vista di una prossima ripresa dell’economia.

MIB-CMcfr L’indice Ftse all-share Construction & Materials ha registrato un rialzo di circa il 45% in quattro mesi, più precisamente nel periodo dicembre 2011/marzo 2012, contro una performance dell’indice Ftse MIB pari a circa il 21%. Alcuni dei principali titoli hanno addirittura raddoppiato il proprio valore, e graficamente l’indice settoriale ha già interrotto il trend primario negativo. A seguito di un triplo minimo nell’area 12500/12700 punti verificatosi nello scorso autunno, l’indice Ftse C&M ha intrapreso infatti un trend rialzista che lo ha portato al superamento dei 18000 punti dopo un consolidamento del rialzo attorno a 17000. La trendline primaria ribassista è stata oltrepassata e ritestata positivamente con un classico pullback, e adesso i titoli edili potrebbero ripartire con un obiettivo a 20000 punti per i prossimi mesi. Certamente non bisogna farsi prendere da facili entusiasmi poichè le quotazioni sono molto tirate e i livelli di prezzo raggiunti potrebbero indurre gli investitori a prese di beneficio sulle ottime performance realizzate. In questo senso è importante rilevare una netta divergenza sull’indicatore di forza relativa a 14 giorni, e un doppio massimo di breve termine a quota 18500 circa, segnali che potrebbero anticipare una correzione consistente del settore in questione. Tuttavia un riaggiustamento fino a 17200 punti sarebbe da interpretare come occasione di entrata con il target sopra citato, tenendo presente che la violazione al ribasso di questo livello andrebbe a porre la parola fine sul trend positivo degli ultimi quattro mesi. In questo caso il comparto edilizio potrebbe flettere fino ai 16000 punti.

Impregilo

Impregilo ha raddoppiato il valore in quattro mesi

Impregilo è senza dubbio il titolo che mette bene in evidenza la forza relativa di questo settore. I prezzi sono infatti passati da 1,50 euro circa dello scorso dicembre agli attuali 3,10 euro (max. realizzato 3,19. Sul grafico weekly si può rilevare come il titolo sia passato da una fase negativa ad una neutra, che lo vede inserito in un’ampia fascia orizzontale compresa tra 1,50 euro e 3,20 euro negli ultimi tre anni. L’area 3,17/20 rappresenta una forte resistenza statica che non viene oltrepassata dall’estate del 2008, e i prezzi potrebbero dunque flettere nel breve periodo prima del breakout decisivo. Il supporto dinamico rialzista passa attorno a quota 2,70/75, mentre nel grafico su time frame giornaliero si rileva un break away gap up rimasto aperto a 2,67 euro. La vilazione al ribasso di questo livello andrebbe ad interrompere il trend positivo, aprendo spazi di ribasso a 2,40 e poi 2,20 euro, mentre la tenuta dell’area 2,70/75 sarebbe favorevole a nuovi acquisti con primo obiettivo a 3,20 euro. L’immediato breakout di 3,20 potrebbe invece scatenare una nuova ondata di acquisti con strappi in accelerazione fino a 3,85 euro nel breve periodo. Per un’operatività di tipo short (vendita allo scoperto del titolo) si potrebbe sfruttare la probabile correzione dei prezzi verso l’area 2,90 e poi 2,75 in seconda battuta, ponendo lo stop loss sopra quota 3,20 euro.

Buzzi week

Buzzi Unicem poco lontana dal 100%. Nel mirino i 10 euro.

Buzzi Unicem si trova invece in prossimità di una performance analoga a quella vista per Impregilo. I prezzi del titolo sono infatti saliti dai 5,45 euro di settembre 2011 agli attuali 9,40, evidenziando anche un forte incremento nei volumi di scambio proprio nelle recenti settimane. Il titolo ha superato la resistenza statica a 9,00 euro dopo un consolidamento attorno a 8,50, e adesso dovrà affrontare la soglia psicologica dei 10,00 euro per azione. Sopra questo livello lo spazio è aperto fino a 10,85/11,00 euro. Il supporto dinamico rialzista che definisce il trend positivo del titolo transiterà a quota 9,00 fra qualche settimana, e quindi un eventuale ritorno sotto questo livello sarebbe da interpretare come primo segnale di debolezza. La tenuta dei valori compresi nella fascia 8,80/9,00, se dovesse essere ritestata a breve, sarebbe occasione di acquisto con primi obiettivi 9,40 e poi 10,00 euro. Posizioni da incrementare eventualmente sopra 10,00 con target successivi 10,50 e 10,85/11,00 euro. Sotto 8,80 euro segnale negativo con deterioramento del trend positivo in essere e possibile correzione fino a 8,00 euro per azione.

Italcementi

Italcementi prossimo all’inversione positiva.

Importante la tenuta dell’area 5,10/5,30. Italcementi ha realizzato una performance più contenuta rispetto ai precedenti due titoli, ma comunque pari a oltre il 50% dalla fine di novembre all’inizio di febbraio. I prezzi sono infatti passati in tale periodo dal minimo di 4,00 euro ai 6,10 euro e hanno poi consolidato attorno a 5,60/70 euro nei successivi due mesi. Osservando il grafico weekly si può individuare una parabolica evolvente di lungo termine che evidenzia molto bene l’esaurimento del trend negativo e il passaggio ad una fase più neutra che ha visto le quotazioni assestarsi attorno ai 6,00 euro negli ultimi due anni. Il grafico su time frame giornaliero offre invece gli spunti per l’operatività. La trendline che sostiene il rialzo dalla fine di novembre transita attualmente nell’area 5,10/30, mentre lo stesso livello di 5,30 euro rappresenta un importante supporto statico di medio periodo. Si rileva inoltre un triangolo di possibile continuazione rialzista, che verrebbe confermato con il superamento di 5,80 euro e con il successivo breakout dei 6,10 euro. Gli obiettivi in questo caso di collocano a 6,85 euro prima e 7,45 in seconda battuta. L’eventuale cedimento dei 5,10 euro sarebbe da interpretare come un chiaro segnale negativo con esaurimento della tendenza positiva in atto e possibile arretramento delle quotazioni fino a 4,50 euro.

piersolda@libero.it  

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