Le previsioni di Credit Suisse

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Valute

L’USD rimane la nostra valuta preferita Il dollaro ha terminato la propria fase di consolidamento ed è salito oltre quota 0.95 contro il franco svizzero. I dati sull’economia statunitense sono in miglioramento e il primo innalzamento dei tassi da parte della Fed si avvicina. Il conseguente maggiore vantaggio dei tassi statunitensi unito a un quadro tecnico positivo e la sopravvalutazione del CHF depongono a favore di un apprezzamento dell’USD rispetto al franco verso la parità. Il dollaro USA dovrebbe guadagnare ulteriore terreno anche rispetto all’EUR. Le valute degli esportatori di materie prime (prima fra tutte l’AUD) e dei paesi emergenti rimangono deboli.

Azioni

Svizzera ed eurozona le regioni preferite, rischi nei paesi emergenti. Dopo l’accordo tra la Grecia e i suoi creditori, le azioni si sono brevemente riprese, per poi tornare a cedere parte di questi guadagni verso la fine di luglio. Tra i mercati principali continuiamo a prediligere le azioni dell’eurozona e della Svizzera. Dopo la solida performance, riteniamo al contrario più limitato il potenziale dei mercati di USA e Giappone; i buoni dati fondamentali paiono infatti già scontati. Sulle azioni dei paesi emergenti il nostro giudizio ora è «Underperform», poiché in questi paesi, ad eccezione della Cina e dell’India, le prospettive di crescita ed esportazioni rimangono cattive oppure l’inflazione è troppo elevata.

Strategia d’investimento

Forte preferenza per i mercati azionari della Svizzera e dell’eurozona Le prospettive di tassi d’interesse persistentemente bassi continuano a condizionare la nostra strategia d’investimento. I titoli di Stato mantengono valutazioni poco allettanti, ragion per cui continuiamo a preferire nettamente le azioni. Per quanto concerne la strategia azionaria regionale diamo una maggiore preferenza alla Svizzera e alla zona dell’euro. Oltre a fattori ciclici come ad es. le positive revisioni degli utili, per questi due mercati è infatti migliorato anche il quadro tecnico. Inoltre entrambi i mercati azionari dovrebbero beneficiare di una valuta in fase di indebolimento, soprattutto rispetto all’USD. In un contesto di tassi ridotti e volatilità elevata, gli investimenti alternativi e soprattutto gli hedge fund rimangono una componente importante del portafoglio.

Inflazione

In lieve aumento, ma in molte regioni ancora inferiore all’obiettivo Sulla scia della crisi finanziaria globale, nei grandi paesi industrializzati l’inflazione è scesa sotto lo zero. Solo l’intervento deciso di governi e banche centrali ha potuto evitare la spirale deflazionistica. Allo stesso tempo la forte domanda proveniente dalla Cina ha portato a una rapida ripresa dei prezzi dell’energia e di altre materie prime, facendo aumentare sensibilmente la cosiddetta inflazione apparente. Il nuovo crollo dei prezzi dell’-energia verificatosi a partire dalla metà del 2014 ha riportato questo indicatore  a quota zero. Tuttavia, a patto che i prezzi dell’energia non scendano ulteriormente, l’inflazione dovrebbe  crescere  lievemente nel secondo semestre. Tuttavia l’inflazione core, da cui sono esclusi i prezzi volatili dell’energia e dei generi alimentari, si attesterà ancora sotto l’obiettivo delle banche centrali in molte regioni. Solo in paesi come gli USA, la Gran Bretagna e la Germania, dove i mercati dei beni, dei servizi e del lavoro hanno riacquistato una maggiore solidità, questo indicatore dell’inflazione potrebbe tornare a registrare una certa crescita.

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