Il mese di ottobre era cominciato molto bene per l’indice Eurostoxx 50, che dopo la debacle estiva aveva messo a segno un recupero pari a circa il 23% dai minimi di fine settembre. La marcia rialzista del principale paniere azionario europeo si è però arrestata questa settimana nei pressi dei 2400 punti (max. realizzato 2393) dopo tre ottave di andamento positivo. Le continue incertezze manifestate dai vertici politici europei nel raggiungere un accordo sul fondo salva Stati, e quelle ancora più profonde riguardo l’haircut sul debito della Grecia, hanno riportato una ventata di incertezza nel comparto dell’equity. Nella giornata di giovedì 20 ottobre l’azionario del vecchio continente ha accusato una flessione del 2,5%, tuttavia i primi livelli di supporto non sono stati interessati dalla correzione. L’apertura di questa settimana è stata peraltro positiva, e ha riportato il mercato verso la parte superiore di un trading range che va avanti da un paio di settimane circa, e che possiamo individuare tra i 2270 e i 2390 punti. La trendline che unisce i minimi crescenti a partire dalla fine di settembre transita attualmente attorno ai 2270 punti, quindi in corrispondenza della parte bassa del range, mentre il primo livello significativo di supporto statico si colloca a quota 2190. Se nel breve termine la view è positiva non dimentichiamo che l’impostazione di fondo del mercato azionario europeo è ancora ribassista. Il grafico settimanale degli ultimi tre anni evidenzia molto bene questo scenario: l’indice si muove nella parte centrale di una parabolica evolvente orientata al ribasso e l’attuale recupero potrebbe risolversi in un semplice pullback tecnico a ridosso dei 2500 punti. Solamente il superamento dell’area 2600, che rappresenta la parte superiore del modello parabolico, fornirebbe un primo importante segnale d’inversione che andrebbe a proiettare il mercato verso l’area compresa tra 2800 e 2870 punti. Al contrario, il cedimento della fascia di valori compresa tra i 2190 e 2270 punti renderebbe necessario un riaggiustamento della curva attorno a 2050 ed eventualmente una nuova verifica dei minimi dell’anno in zona 1935/50. Gli oscillatori leading evidenziano una situazione di ipercomprato di brevissimo periodo: in particolare lo stocastico lento ha fornito un segnale di vendita, e il Macd si è girato al ribasso apprestandosi ad effettuare un crossover sulla propria trigger line. Non è da escludere che un movimento di questo tipo possa rappresentare un’occasione di entrata a prezzi più favorevoli, sempre comunque in chiave tattica. La rottura dei 1935 punti fornirebbe invece un segnale negativo.
Tra i settori da tenere sotto osservazione sempre quello dei titoli bancari, che negli ultimi mesi è stato quello più penalizzato e che potrebbe beneficiare più degli altri dall’eventuale raggiungimento di un accordo riguardo i debiti sovrani dei paesi europei e soprattutto da provvedimenti più dettagliati per ciò che concerne il sempre più probabile default controllato della Grecia. Il comparto dei bancari è arrivato ad un soffio dai precedenti minimi del marzo 2009 (registrati attorno a quota 85) e l’indice rappresentativo del settore, il DJ Eurostoxx600 Banks, è sceso appena sotto quota 87 per ben due volte nel mese di settembre. Il mercato si è dimostrato molto sensibile agli acquisti in quest’area di valori e l’indice ha così effettuato un doppio minimo di breve periodo, che potrebbe trasformarsi in doppio minimo di lungo termine (considerando quello del marzo 2009). La reazione è stata forte e repentina, e ha consentito ai bancari di mettere a segno una performance attorno al 35% nel giro di tre settimane. Questo improvviso rimbalzo comunque non è stato in grado di portare l’indice oltre quota 115, livello di massimo relativo già raggiunto all’inizio di settembre. Il trend di medio e lungo periodo resta chiaramente negativo, anche se ci sono segni di risveglio nel breve. Osservando l’andamento dell’indice bancario negli ultimi tre mesi si può ipotizzare la formazione di un testa e spalle rovesciato, con spalla destra ancora da completare. La neck line della figura passa proprio per quota 115, livello che rappresenta dunque lo spartiacque per un primo segnale di inversione, anche se la strada da percorrere è ancora lunga. La proiezione teorica in caso di superamento di 115 si individua nell’area 145/150 punti, zona di resistenza statica di lungo termine piuttosto importante. Il mancato superamento di 115 e il successivo ritorno sotto 95 andrebbero a decretare la fine all’attuale fase di rimbalzo tecnico, e riporterebbero l’indice verso i minimi dell’anno. Segnali decisamente negativi arriverebbero solo sotto quota 85.
Il titolo che rispecchia molto bene l’andamento del comparto è BNP Paribas. Il colosso bancario si è indebolito per tutto il corso dell’estate e i suoi prezzi si sono più che dimezzati tra l’inizio di luglio e la fine di settembre, quando sono passati da circa 55 euro (realizzato 54,96) a 23 euro (min. battuto 22,72). Il forte trend ribassista non è ancora stato interrotto nonostante il repentino rimbalzo di ottobre che ha visto le quotazioni tornare a ridosso dei 36,40 euro. Tale livello era già stato raggiunto nel timido rimbalzo della seconda metà di agosto, e anche questa volta il mercato si è dimostrato sensibile alle vendite che hanno ridimensionato il recupero fino a quota 30 euro. Lo scenario rimane negativo per il medio e lungo termine, ma in netto miglioramento nel breve. Ancora prematura la configurazione di testa e spalle rovesciato (come da grafico) che verrebbe completata con il superamento di 36,40, livello di teorica neck line. Le proiezioni della figura si collocano in area 48/49 euro, con target intermedio individuabile a 43,50. La tenuta dei 30 euro sarà importante per non compromettere le possibilità di una più stabile ripresa, altrimenti le quotazioni potrebbero scivolare prima a 26,40 e poi a 23 euro.
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