Prospettive, rischi, opportunità: Manuela D’Onofrio, Responsabile Global Investments, analizza la situazione nel dettaglio per capire come si muoveranno le maggiori economie mondiali nei prossimi mesi. “In un contesto generale di crescita, ormai assodato, non si può non evidenziare ancora una certa dicotomia nell’andamento dell’economia globale. Dopo anni in cui in cui i Paesi emergenti avevano surclassato quelli sviluppati con incrementi del PIL inimmaginabili, oggi si assiste a uno scenario opposto, con i “vecchi leoni”come USA ed Europa che si sono posti alla testa della crescita globale. Osservata speciale la Cina, soprattutto dopo la decisione di agosto di svalutare lo yuan per compensare il rallentamento dell’economia. Una situazione che ovviamente ha comportato un aumento della volatilità per il timore delle ripercussioni negative di una frenata cinese sull’Asia e sui Paesi emergenti in particolare”. Nella zona euro, il PIL è cresciuto dello 0,4% su base trimestrale e dell’1,5% su base annua nel secondo trimestre di quest’anno. La crescita è reale ed è stata trainata in particolare dalle esportazioni, ma anche dalla ripresa dei consumi delle famiglie. Cresce la fiducia sia nel settore manifatturiero, sia in quello dei servizi. Ci sono tutti i presupposti per una solida ripresa ciclica in Europa, anche grazie alle performance di Spagna e Italia. Ma non solo: l’andamento dei prezzi del petrolio, le buone notizie provenienti dal mercato del lavoro e l’aumento delle esportazioni verso altri paesi sviluppati, compensano il rallentamento delle vendite del made in Europe verso gli emergenti”. “Un dato su tutti è più che eloquente. Da gennaio, il mercato del lavoro statunitense ha creato 1.696.000 nuovi occupati e il tasso di disoccupazione è sceso dal 5,7% al 5,1%, il più basso da sette anni a questa parte. In forte ripresa, come del resto in Europa, il mercato dell’auto: ad agosto sono stati venduti 17,8 milioni di veicoli. Anche il Real Estate sembra essere uscito dal tunnel della crisi in cui era piombato: le abitazioni vendute sono state 1,7 milioni, recuperando i livelli del 2008. Sono tutti segnali più che incoraggianti. Se poi si considera il combinato disposto di prezzo basso della benzina e aumento del reddito personale le prospettive sono positive. Il PIL nel 2015 dovrebbe superare il 2,5%”. “Il PIL giapponese nel secondo trimestre dell’anno si è ridotto, rispetto al primo, soltanto dell’1,2% contro le previsioni di un calo dell’1,6%. Nei prossimi mesi, poi, si dovrebbe assistere a una graduale ripresa guidata in particolare dal buon momento dell’industria nipponica, da sempre vocata alle esportazioni, in particolare verso gli Stati Uniti.
Inoltre si registrerà una crescita della domanda interna a causa di un aumento dei salari reali e di un più diffuso ottimismo. Gli utili aziendali, inoltre, secondo l’ultimo Business Outlook Survey, raggiungeranno i 20 trilioni di yen pari a oltre 167 miliardi di dollari, nonostante le crescenti preoccupazioni relative all’economia cinese”. “La decisione presa ad agosto dalla Banca centrale cinese di svalutare la moneta nazionale rispetto al dollaro di circa il 2,5% ha decisamente scioccato i mercati. Il rallentamento dell’economia della superpotenza asiatica sta avendo ripercussioni sui Paesi emergenti (Brasile e Malesia in primo luogo), grandi esportatori di materie prime verso Pechino.
Non manca tuttavia qualche segnale incoraggiante: in Cina il prezzo delle case è in ripresa, così come i consumi che rimangono sostenuti. Le vendite al dettaglio hanno registrato un aumento del 10,8% in agosto rispetto allo stesso periodo del 2014. Inoltre, il governo centrale ha annunciato una serie di misure a favore degli investimenti in infrastrutture e ci si aspetta un ulteriore allentamento nella politica monetaria”.
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