La versione di Ubp per il 2016

images Il prossimo sarà un anno di crescita moderata. E se gli Stati Uniti sono già in avanzata ripresa, Europa e Giappone sono ancora nelle prime fasi del loro rilancio economico. Dal canto suo la Cina dovrebbe crescere più lentamente rispetto agli ultimi anni, mentre continuerà ad attuare le riforme economiche e strutturali già in corso. Ecco la strategia di Ubp.

1) Bond convertibili e high yield. Il 2016 vedrà la fine del trend ribassista dei tassi di interesse di lungo termine che ha dominato gli ultimi 35 anni, con gli Usa che dovrebbero essere la prima economia ad alzare i tassi il prossimo 16 dicembre. La Fed dovrebbe tuttavia mantenere un atteggiamento prudente, visto che è impegnata a gestire sia i rischi esterni (come la Cina e l’instabilità dei mercati finanziari) sia interni (la bassa disoccupazione e la possibilità di pressioni rialziste sui salari). Alla luce di ciò è fondamentale gestire l’esposizione ai tassi di interesse, concentrandosi sulle asset class meno sensibili, come i bond convertibili e gli high yield (ad alto rendimento). Gli investitori obbligazionari dovrebbero focalizzarsi sulla sola componente credit spread, favorendo le scadenze brevi. In questo scenario le prospettive dei mercati azionari sono ancora positive. Fino a quando la a Fed resterà prudente nella gestione dei tassi, l’impatto sui listini dovrebbe essere modesto, con una conseguente una stabilizzazione dei multipli (p/e).

2) Borse europee. Le prospettive sono più rosee per i Paesi sviluppati rispetto agli emergenti. E in particolare per l’Eurozona, poiché le valutazioni azionarie sono attraenti, le politiche della Bce sono accomodanti e l’economia sta iniziando a guadagnare velocità. Attualmente il Vecchio Continente è nella fase in cui gli Stati Uniti si trovavano tre anni fa, quando lanciarono il programma di Quantitative easing (Qe). Nel 2016 gli utili societari europei dovrebbero quindi riservare belle sorprese. A livello di settori sono meglio posizionati quelli più esposti al ciclo della ripresa interna.

3) Tecnologia. Il tema di investimento preferito dagli esperti di Ubp resta la tecnologia. Il mondo sempre più digitalizzato continuerà a trasformare le economie. La sua efficienza in termini di costi e la capacità di cambiare dimensione rapidamente sono ulteriori fattori positivi. Poiché l’innovazione tecnologica pervade sempre più la vita quotidiana, il settore sta diventando meno suscettibile alla volatilità ciclica. Le valutazioni sono inoltre ancora interessanti, specialmente se confrontate con il potenziale di crescita. Ciò è vero anche per il settore farmaceutico, che potrebbe riprendere parte dello slancio perso, grazie ai solidi fondamentali.

4) Mercati emergenti. Pur continuando a privilegiare i Paesi sviluppati rispetto agli emergenti, una selezione attenta su base geografica e settoriale può offrire opportunità di performance. Il 2015 è stato un anno davvero difficile per i mercati emergenti, in primo luogo a causa dei timori sulla Cina, che dovrebbero però gradualmente ridursi, visto che i consumi interni e gli investimenti mostrano già segnali di ripresa dopo aver toccato il fondo. L’aumento dei tassi e il rafforzamento del dollaro dovrebbero continuare a pesare sulla performance dei mercati emergenti, ma un collasso generale delle loro economie emergenti e una crisi sistemica sembrano improbabili. L’India è un Paese che non dovrebbe deludere, così come il Messico.

5) Materie prime. Nel 2016 la performance del portafoglio dovrebbe essere generata ancora una volta dai mercati azionari, con in prima fila quelli sviluppati. Adottare una strategia altamente selettiva di scelta dei singoli titoli sarà fondamentale, perchè la fine del rally è vicina. Per quanto riguarda le notizie negative, i mercati delle materie prime continueranno a essere fonte di rischi deflattivi. Le economie e le aziende trainate dalle commodity potrebbero essere penalizzate.

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