46.000 miliardi di dollari, a tanto ammonta la cifra che tra rimborso e nuove emissioni il mercato obbligazionario dovrà affrontare nei prossimi 5 anni.
Una montagna di soldi che per avererne un idea, basta pensare che il Pil mondiale ammonta a circa 52.000 miliardi di dollari. Una cifra spaventosa composta da obbligazioni corporate, cioè di società private e titoli di debito pubblico, naturalmente gran parte derivante da Vecchio Continente, Usa e Giappone. Senza contare il debito privato, cioè delle famiglie, che è pari o supera, in taluni casi il 100% del loro reddito.
Le banche, i fondi pensione, i fondi d’investimento ed i singoli cittadini o le società private dovranno comprare tutto questo oceano di carta e oltre. Gli stati membri della Ue oltre al Fondo Monetario si stanno scannando per 250 mld di Euro da mettere a disposizione nel sistema di Firewall economico indispensabile per affrontare il pericolo d’insolvenza a cui potrebbero andare incontro alcuni paesi membri dell’Unione europea, mentre una spada di Damocle composta da decine di trilioni di dollari incombe sulle loro teste.
Il sistema bancario occidentale, cioè dei tre blocchi maggiormente industrializzati, sopra menzionati, è pressoché insolvente, se ci si ferma a riflettere sul fatto che la loro patrimonializzazione è pari al 8% degli investimenti in portafoglio, il quale, a sua volta consta in quella montagna di debito che in poco tempo le stesse banche citate, direttamente od indirettamente, dovranno riassorbire.
Un sistema che andrà in cortocircuito, che per la verità da qualche anno inizia già a puzzare di bruciato, con le cronache quotidiane che assomigliano sempre più a bollettini di guerra, che non a resoconti economici, tra rischi di insolvenza degli Stati, spread impazziti e mercati azionari da scommettitori di cavalli. Non dimentichiamoci poi del valore totale nel mondo di strumenti derivati (ad es. i famosi Cds, ma non solo) in grado di affossare in pochi giorni l’economia di un paese, o lo stesso emittente in caso di scommessa persa, ammonta alla folle cifra di 650.000 miliardi di dollari.
I Maya migliaia di anni fa credo veramente che abbiano visto giusto nel decretare la fine del mondo.
Probabilmente non avranno proprio azzeccato il giorno od il mese giusto, ma diamogli un margine di tolleranza accettabile. Per risolvere l’irrisolvibile l’unica strada da percorrere come palliativo immediato, nonostante le varie correnti di pensiero, è stampare moneta a più riprese da parte delle banche centrali, fino a quando l’inflazione sfuggirà ad ogni controllo in modo improvviso ed irreversibile, sicché si instaurerà un regime di stagflazione permanente.
Ciò avverrà dapprima in quei paesi come i famigerati Piigs, di cui l’Italia fa parte a pieno merito, ma anche in Usa e Giappone, mentre paesi industrializzati come Germania o Cina ad esempio, il cui debito pubblico è sotto controllo, oppure hanno ancora una crescita del Pil virtuosa, potranno permettersi di attuare il principio Keynesiano, almeno fino a quando anche il loro debito avrà raggiunto un livello di guardia. Per tale motivo ritengo che il dividersi delle strade tra Germania e resto d’Europa sia solo questione di tempo.
Comunque a quel punto il pianeta sarà un’enorme debito inesigibile, un motore fermo senza più benzina ed i popoli saranno pronti alla terza guerra mondiale, che come la storia tristemente insegna rimescola il mazzo ed il tutto riparte. Un modo per uscire dallo stallo ancora ci sarebbe: adottare da parte di tutte le economie occidentalizzate uno stile di vita del singolo, improntato alla sobrietà, alla consapevolezza che prima vengono i doveri poi i diritti (non viceversa) e pagare così una buona parte del debito contratto dal proprio paese dedicando per alcuni anni a venire la quasi totalità del proprio reddito, tolto lo stretto necessario per vivere (come per altro già molti cittadini sono costretti a fare).
Dando per scontato un cambio di rotta etica a 360 gradi delle attuali classi politiche nel giro di 24 ore, che dirigano i rispettivi paesi come facevano i nostri nonni con le proprie famiglie in tempi passati.
Lo so, è solo utopia, ed allora becchiamoci la prima ipotesi, d’altronde è la più comoda!