LEAP/E2020 conferma la bolla del dollaro e la svendita delle attività speculative
L’ANALISI USA, UK e Giappone, fuggono dalla realtà e produrranno una nuova crisi
La settimana scorsa, è stato inserito sul sito www.leap2020.eu, la parte pubblica e gratuita del report GEAB n. 74 una pubblicazione che periodicamente riprendiamo in quanto espressione di analisi “fuori dal coro” su quella da loro definita “Crisi Sistemica Globale”.
L’attuale bollettino è dunque un proseguimento delle anticipazioni economico-politiche, riportate il 4 febbraio su Prima Pagina.
FATTORI ESPLOSIVI
Nel metodo dell’ant icipazione politica, la datazione di un punto di rottura si effettuata identificando i periodi che sono ad alto rischio, ovvero quelli in cui la minima scintilla può accendere le polveri. Il periodo attuale ne è un tipico esempio, nel quale si combinano un numero impressionante di fattori esplosivi. Essi sono: le nuove bolle finanziarie gonfiate dalle massicce iniezioni di denaro pubblico, l’instabilità geopolitica globale, le guerre valutarie, l’inizio della guerra politica contro il “terrorismo finanziario”, la crisi politica in Europa, la disoccupazione di massa e l’economia reale seriamente deteriorata, senza contare, naturalmente, i debiti pubblici, che sono su alti livelli. Vi sarebbe dunque un tale concorso di fattori, che si potrebbe gridare al miracolo, se la situazione potesse perdurare grazie alla sproporzionata generosità delle banche centrali. Generosità che si è spinta ad un livello tale, con la politica della banca del Giappone, che questa volta, lontana dal ridurre il livello di rischio, lo ha al contrario amplificato.
LA FUGA IN AVANTI
E’ anche un esempio della fuga in avanti della politica, in quei paesi privi di soluzioni che Leap/E2020 identifica da tempo nel Giappone, Regno Unito e Stati Uniti. A loro dire, l’obiettivo dei politici, in questi stati sembra essere quello di “costruire una nuova crisi su quella già esistente ”, come se la scelta di un trampolino più alto, sopra una piscina senz ’acqua, possa rendere lo shock meno doloroso. Una fuga che costituisce perciò un sorta di “crisi al quadrato”, una nuova crisi posta sulla crisi del 2008, in cui sostengono di buttare acqua sul fuoco, ma senza rendersi conto, invece, che non è acqua quella che stanno utilizzando, ma benzina.
LA SORTITA GIAPPONESE
E così la BoJ ha svelato il suo piano per il riacquisto del debito giapponese, di dimensioni tali da rendere verde d’invidia Ben Bernanke, con il suo QE3. Se non fosse che il Giappone ha avuto un passato doloroso su questo argomento, potremmo dire che l’arma atomica è stata caricata e che i rischi di una scivolone sono enormi, con conseguenze dalle analoghe potenzialità di distruzione. Fino ad ora, in effetti, l’enorme debito giapponese era sostenibile a causa dei bassissimi tassi d’interesse dei buoni del tesoro, nell’ordine dello 0,5%. Gli investitori, prevalentemente istituzioni nazionali, accettavano questi bassi ritorni perché l’inflazione era negativa, ovvero circa il -0,5%, dando quindi un rendimento reale di circa l’1%.
QUALE SOSTENIBILITA’
Ma già s’intravvedo no delle tensioni, come quelle espresse dai più grandi fondi pensione giapponesi e mondiali, che minacciano di abbandonare i buoni del tesoro nipponici. Tuttavia, con un obiettivo d’inflazione del 2% ed una BoJ determinata a conseguirlo raddoppiando la moneta in circolazione, i tassi d’i nt e re ss e dei bonds dovranno salire al 3%, per dare agli investitori un rendimento reale dell’1% . Ma con un debito superiore al 200% del PIL questo tasso è insostenibile, perché il costo del debito pubblico già rappresenta, al ritmo attuale, il 40% del totale delle entrate statali. Il mercato ne è ben consapevole, visto le quattro sospensioni temporanee in quattro giorni del mercato dei titoli di stato giapponesi, causate dalle eccessive fluttuazioni. E’ un chiaro avvertimento che c’è il rischio di un incontrollato avvitamento.
SITUAZIONE DI STALLO
Il Giappone è così in un vicolo cieco: continuare questa massiccia iniezione di liquidità per creare inflazione ed allo stesso tempo o andare verso il default del suo debito a causa di insostenibili tassi d’interesse (con conseguenze drammatiche per le imprese e per i fondi pensione) o in alternativa cadere in una spirale incontrollabile dove la BoJ rimarrebbe l’unico acquirente dei bonds mentre tutti gli altri vendono, oppure fermare il piano in corso e lasciare che l’economia deperisca ulteriormente. Senza contare che, patriottismo o no, ci sarebbe la forte tentazione per le imprese giapponesi d’investire all’estero, per proteggersi dalla caduta libera dello yen che ora come ora sta “scherzando” con un tasso di scambio di circa 100 yen per un dollaro.
BOLLE OVUNQUE
Ma, seppure in misura minore, la stessa strategia è già stata testata dagli Stati Uniti, sin dall’inizio della crisi. Questa forzata illusione di un’economia reale in buona salute alimenta da bolle quasi ovunque… che sia quella dei prestiti agli studenti, o quella per l’acquisto di auto, o piuttosto dei Treasury, o addirittura un nuovo tipo di bolla relativa ai subprime, creata su richiesta di Obama, che sta incitando le banche a concedere prestiti alle famiglie meno abbienti per rilanciare l’immo biliare… mostra come tutti questi settori dell’economia sono “tenuti su” solo grazie alla Fed e sono scollegati dalla realtà. Tuttavia questo problema, non è però rimasto confinato agli USA ma ha contribuito ad alimentare la lunga “bolla dei paesi emergenti”, che ora comincia a sgonfiarsi, cancellando la speranza per l’economia mondiale, di poter essere sostenuta e spinta avanti, nel 2013,da tali nazioni.
ALLERTA ORO
Essendo il report stato redatto prima del forte calo dell’oro, è stato riportato sul loro sito, un commento flash del team di analisi, in cui si domandano se tutto ciò non possa costituire la premessa del crollo che hanno previsto, nel precedente rapporto GEAB n. 71, per marzo-giugno 2013. E questo perché il fenomeno appare ancora più eclatante, in quanto se si trattasse di un normale processo speculativo, la caduta di un settore avrebbe portato vantaggi ad altri, mentre secondo loro, saremmo probabilmente all’inizio di un panico che causerà la svendita di tutte le posizioni speculative. In ogni modo e parafrasando una frase di un film, non è la bolla che è importante, è come sempre l’atterraggio, perciò in attesa di verificare l’attendibilità delle loro analisi, può essere opportuno valutare con i propri referenti negli investimenti anche un piano B, per essere pronti ad eventuali atterraggi di emergenza.