Si sente molto parlare, a sinistra in special modo, di cambiamento, di rinnovamento, di rottamazione.
Poi ti guardi attorno e scopri che le facce sono sempre le stesse.
Le grandi cooperative rosse chiedono i concordati, i giudici li concedono, i creditori e i fornitori la pigliano in quel posto e i responsabili restano invece al loro posto.
Come se alla Parmalat, invece di mandare Bondi, avessero lasciato Tanzi e Tonna.
Infatti la sinistra è diversa, grida che le piccole imprese non hanno il credito, mentre controlla tutte le grandi banche, le distrugge come nel caso di Mps e i responsabili diventano presidenti dell’ Abi.
Poi urla contro i furbetti del quartierino alla Ricucci, ma tace sulle imprese di un tal Zaleski, presidente di Mittel, la finanziaria così cara a Bazoli, presidente di Intesa.
Trattasi di un signore ottantenne, che assieme ad un altro ottuagenario, Guzzetti, Presidente della Fondazione Cariplo, trascinandosi dietro l’ex e l’attuale sindaco di Torino, Chiamparino e Fassino, stanno liquidando L’a.d Cucchiani, arrivato da poco, che aveva avuto la dabbenaggine di affermare di non aver dato lui a Zaleski 1,4 miliardi di prestiti, altro che piccole imprese: finanza, solo finanza!
Ora, dopo aver fatto accantonamenti per svariati miliardi di perdite sulle operazioni di Passera, come Alitalia, arriva il problema Zaleski: i prestiti complessivi arrivano a 2 miliardi.
Ci sarebbe da mandare a casa chi ha avvallato o consentito queste operazioni, che definiremo infruttuose.
Invece va a casa l’a.d appena arrivato, forse hanno scoperto che era un incapace, ragione di più per uscire di scena insieme a lui.
Invece liquideranno Cucchiani con un pacco di milioni della banca e resteranno al loro posto a pontificare.
Guazzetti, per amor di verità, ha lasciato intendere che potrebbe lasciare prima del 2019, data di scadenza del suo mandato, avrebbe almeno novant’anni.
Però Renzi non ha parlato di rottamazione per gli uomini della finanza che lo sostengono, forse perché invecchiando si torna bambini.