Basta gufi, basta catastrofismi, basta depressi. Il premier Renzi, nel presentare il Def, ha invitato all’ottimismo. Hashtag, l’Italia riparte, le borse salgono, il petrolio cala, l’euro scende, il denaro scorre a fiumi, la crescita potrebbe essere superiore allo 0,7% ipotizzato, le imprese tornano ad assumere, le riforme avanzano, abbiamo perfino un tesoretto. Cosa vuoi di più? Un amaro Lucano? Eppure la luce in fondo al tunnel non brilla, la crisi dell’Italia e della vecchia Europa è strutturale e raccolta in tre cifre: 7% della popolazione mondiale, 25% del pil e 50% di spesa del welfare. Sono numeri che si commentano da soli, soprattutto se aggiungiamo che il debito degli Stati sale, non solo da noi, ma un po’ dovunque. Certo lo spread si è abbassato, le borse sono euforiche, ma anche nelle sbornie c’è una fase euforica, poi ci si sveglia con il mal di testa. Le imprese hanno ripreso a marciare, ma quelle che esportano, il mercato interno è fermo e non lo aiutano le tasse alte ed i rendimenti finanziari bassi, anzi dopo la sbornia potremmo svegliarci tutti più poveri. Insomma, la macchina è vecchia, non abbiamo i soldi per comprarne una nuova (debito privato e pubblico in aumento), quindi possiamo fare come il ministro Delrio, andare in bicicletta, però e difficile aggredire i mercati mondiali in bicicletta. La classe media non abita più qui, nel 2050 saranno i paesi emergenti a garantire la domanda di beni di consumo, secondo il centro ricerche della HSBC. Di qui ad allora la classe media aumenterà di tre miliardi di persone e tutte provenienti dai 17 più importanti paesi emergenti. Nei prossimi quarant’anni i nostri consumi cresceranno del 2%, in Cina, India, Filippine e Perù tra il 5 e l’8%, in questo periodo arriveranno ad esempio ad acquistare il 56% dei servizi finanziari e degli apparecchi audiovisivi, inoltre mentre la nostra popolazione invecchierà, la loro diventerà più giovane. Se governare un Paese significa guardare avanti, si capisce quanta strada abbiamo da fare, quale rivoluzione il neo-rinascimento renziano debba compiere, per questo non basterà estendere gli ottanta euro ai non capienti, in questo caso inoltre sarebbe chiaro che trattasi di debito, non certo di riduzione fiscale. Gufiamo? Depressione? Gufiamo da depressione? Può essere. Possiamo solo garantire che non siamo superficialmente euforici.
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