La Banca Europea degli Investimenti, è l’istituzione finanziaria dell’Unione Europea creata nel 1957 con il trattato di Roma, per il finanziamento degli investimenti atti a sostenere gli obiettivi politici dell’unione.
Fornisce finanziamenti a lungo termine per contribuire ad una maggiore coesione socio-economica dei paesi membri.
Come istituzione finanziaria, la BEI effettua, inoltre, un continuo adattamento delle proprie attività di investimento in funzione degli sviluppi delle politiche comunitarie. A Febbraio la Bei aveva previsto un meccanismo per prestare ad Atene un miliardo di euro attraverso i fondi strutturali e di coesione non utilizzati.
Nel 2011, la Banca Europea ha sostenuto le piccole e medie aziende greche con 2 miliardi di euro.
Ora, la Banca Europea per gli Investimenti si sta coprendo contro un’uscita della Grecia dalla zona euro con l’inserimento di clausole dracma ai prestiti concessi alle imprese greche. Il primo di questi accordi è di due settimane fa, quando i vertici della Power Corporation Public (PPC), il gigante dell’elettricità del paese, iniziarono a negoziare con la BEI un prestito di 70 milioni di euro per finanziare il nuovo stabilimento alimentato a gas, a Megalopoli nel Peloponneso.
La BEI ha proposto per la prima volta due clausole, una delle quali prevede la possibile di rinegoziare il contratto se la Grecia dovesse lasciare la zona euro o se l’eurozona dovesse rompersi. La seconda clausola riguarda la giurisdizione del diritto inglese, in caso di eventuali irregolarità nel processo di recupero.
La Power Corporation Public ha rinviato la questione al Ministero delle Finanze greco, che ha intrapreso i negoziati con la BEI, resosi conto che tali termini non riguardano solo PPC, ma anche la politica generale del credito della banca verso la Grecia.
Fonti BEI suggeriscono che la clausola delle moneta di cambio sarà inclusa in tutti i contratti con i paesi che applicano i programmi di stabilità economica (Grecia, Portogallo e Irlanda) e gradualmente si estenderà a tutti i paesi della zona euro.
Le fonti di Ekathimerini suggeriscono che la banca abbia specificato ai funzionari del Ministero delle Finanze che l’insieme dei nuovi contratti per i prestiti alle società greche avranno le cosiddette “clausole di dracma” e saranno sottoposti al diritto inglese. La BEI si è impegnata a rilasciare prestiti per 600 milioni di euro fino al gennaio 2013 per il mercato greco, per salire a 1,4 miliardi di euro entro la fine del 2015.
Lo stato greco è debitore di 7 miliardi di euro nei confronti delle imprese greche: l’industria ha ridotto la produzione del 15% nel mese di dicembre e si prevede che circa 50.000 aziende andranno in bancarotta entro giugno. L’istituto del lavoro pensa che l’economia si contrarrà di un altro 7%.
Da Novembre non c’è banca greca che sia in grado di emettere una lettera di credito accettata nel mondo.
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