John Mauldin: La Germania sventola la bandiera bianca

7321627-printing-euro-banknotesAutorizzata l’emissione di moneta con conseguente aumento dell’inflazione. Inizia il Quantitative Easing ‘de noantri’, l’erosione dello stato sociale è prossima.

‘L’errore più comune che fa la gente, quando tenta di pianificare qualcosa a prova di idiota, è di sottovalutare l’ingenuità degli idioti stessi’.

Douglas Adams in ‘Guida galattica per autostoppisti’.

Da un po’ di tempo si diceva che per permettere una sopravvivenza all’Europa, la BCE avrebbe dovuto stampare più moneta di quanto si potesse immaginare. La sensazione è che i leader europei fossero già pronti per una mossa di questo tipo, tranne la Germania, minata dai timori di un ritorno iperinflazionistico a guisa della Repubblica di Weimar.

Quando la Germania aderì alla moneta unica, l’intendimento era che dovesse seguire la linea della Bundesbank: i membri tedeschi della Bundesbank e della Comunità Europea erano apertamente schierati per una politica monetaria conservatrice che avrebbe dovuto fissare un limite all’inflazione. Tuttavia si è notato che la Bundesbank è una Tigre senza i denti. La Germania ha due voti sui 23 della BCE e si è fatta sentire solo per chiedere misure più morbide alla Banca Centrale. Mario Draghi ha creato un fondo da mille miliardi di euro per aiutare le banche europee, che subitamente hanno acquistato titoli di stato delle rispettive nazioni. Angela Merkel ha ordinato alla Bundesbank di fare il gioco pulito e di stare in linea con quella che è l’unica soluzione per una crisi bancaria europea in costante crescita.

E’ stato un sospiro di sollievo per tutti, che si sono illusi di aver rimandato di un anno il problema; ma il sollievo è durato un mese. Nelle ultime settimane si è visto l’embrione di una nuova crisi, pesante almeno quanto l’attuale. Dove andare a prendere i prossimi mille miliardi? Questa settimana la Bundesbank ha issato la bandiera bianca: alea iacta est. Con le buone o con le cattive, l’Europa deve avviare un piano da diverse migliaia di miliardi di moneta fresca, per mantenere l’area euro. I leader europei sono della stessa idea che l’alternativa sarebbe delle peggiori. Oggi assistiamo allo svelamento dei progetti politici tedeschi, che diversi esperti avevano previsto. Questo è uno schema di Ponzi, che fa sembrare Madoff un biscazziere da quattro soldi: le falle da chiudere sono troppe.

L’arcano svelato è questo: la Germania non vuole un aumento dell’inflazione, ma nemmeno abbandonare l’Europa. Vedremo però, che l’Europa non ha abbastanza denaro per stare insieme, salvo un massiccio intervento delle BCE. Intanto lo Spiegel e Bild, i rotocalchi a maggiore tiratura, allertano la popolazione tedesca sui pericoli che corrono, se l’inflazione aumenta, sulla base di dichiarazioni allarmanti fatte da Jens Ulbrich, capo del dipartimento dell’economia della Bundesbank, sui tassi di svalutazione che la nazione dovrà sopportare per tenere in pari i bilanci da presentare alla Comunità Europea. Ulbrich non fa esempi chiari, dice solo che l’inflazione deve restare bassa e che la Bundesbank potrebbe dover fare i conti con percentuali del 2.5-2.6; addirittura Schäuble parla di 3%.

L’Europa sta facendo i conti con il default della Grecia, ma all’orizzonte ci sono già Spagna, Portogallo, Irlanda e infine Italia. Il contagio potrebbe essere solo iniziato, un’uscita della Grecia dall’area euro potrebbe non essere il deterrente che permetterebbe al resto della comunità di continuare la propria marcia: i titoli di stato a lungo termine di questi paesi, stanno subendo la crescita degli spreads sui rendimenti, che potrebbe rendere impossibile l’uscita dal sovraindebitamento. Un’illustre sospettato, tra le file dei paesi in crisi, è naturalmente l’Italia, che sconterà col 5-6% di PIL il tentativo di coprire i soli interessi del proprio debito. Da notare che se non fosse per gli interessi dovuti, ci sarebbe un surplus di entrate e nonostante, col governo Monti stia facendo importanti progressi, un’ulteriore recessione su scala continentale, renderebbe vano ogni sforzo.

Per quanto riguarda la Francia, di recente c’è stato il cambio di presidente: Hollande, che vuole portare al 75% di tassazione i guadagni superiori al milione e che ha promesso 60mila nuovi insegnanti nelle scuole. La comunità lo ha già invitato a seguire la linea economica accettata dai governi precedenti; ma i francesi hanno voluto questo presidente con le sue promesse. A questo punto la tripla A della Francia potrebbe essere messa in discussione definitivamente; S&P le ha attribuito AA+; se continuasse così nessun debito sovrano europeo verrebbe totalmente garantito.

Traduz. Da Business insiders

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