L’impressione è che i mercati finanziari siano entrati in una fase di maggiore incertezza, che emerge anche dalle alterne reazioni ai dati macro in uscita. Con il miglioramento delle indicazioni giunte dall’economia (vedi soprattutto i dati sul mercato del lavoro americano) nelle ultime sedute si sono nuovamente rafforzate le aspettative di tapering con immediati riflessi sul $, sul rendimento del governativo americano e sugli asset emergenti. Minori effetti, per il momento, sui mercati azionari che continuano a beneficiare del favorevole scenario dei flussi, per quanto nelle ultime due settimane diversi indici azionari (ed in primis lo S&P500) sono entrati in una fase di lateralizzazione, alternando sedute positive e negative.
D’altronde, il rialzo alimentato dalla liquidità, l’espansione dei multipli valutativi e gli elevati livelli di ottimismo, rendono le Borse maggiormente vulnerabili, lasciando aperta la possibilità ad una maggiore volatilità nel breve termine (non va dimenticato che, oltre alle scelte della FED in materia di QE, resta anche aperta la questione fiscale
americana). Queste considerazioni ci suggeriscono un approccio tattico di maggiore prudenza sull’equity, per quanto venga confermato un atteggiamento costruttivo su un orizzonte temporale più ampio.
L’aspettativa di medio termine è, infatti, quella di politiche monetarie che resteranno ampiamente espansive, anche perché al momento non si vedono segnali di pressione inflazionistica (un ulteriore segnale in questa direzione è giunto giovedì dalle indicazioni fornite da Draghi con il taglio dei tassi di interesse). Per quanto si tratti di un territorio inesplorato, gli effetti diretti di un tapering realizzato con gradualità potrebbero rilevarsi meno devastanti di quanto molti temono e non è da escludere che crei maggiore volatilità l’attesa piuttosto che
l’avvio concreto dello stesso. In sostanza, il trend dei tassi di interesse è crescente, ma si tratta di un movimento graduale, uno scenario ancora favorevole per l’equity, mentre impone un’ adeguata flessibilità sulla componente
obbligazionaria. Se il supporto delle Banche Centrali resta, pertanto, il fattore premiante per l’ approccio ai mercati azionari nel medio termine, va tenuto presente che con il trascorrere del tempo acquisterà sempre maggiore rilevanza il concretizzarsi della crescita economica. Nell’attuale fase del ciclo economico/finanziario, per poter proseguire in un sostenibile movimento al rialzo, i mercati azionari devono infatti passare dall’espansione dei multipli, alla crescita degli utili e proprio quest’ultimo aspetto sarà quello da monitorare nei prossimi mesi.