Il punto sui mercati

63469719Visto l’andamento delle borse ma soprattutto l’impennata degli spread di Italia e Spagna nella scorsa settimana, le cronache economico-finanziarie dei giornali di queste ultime ore recitano quasi all’unisono il ” de profundis” dell’Euro.

E ne hanno ben donde.

La situazione è letteralmente drammatica, con le banche spagnole che stanno affondando come i galeoni dei loro antenati, ai tempi di Carlo V, in quel caso, perché stracarichi d’oro proveniente dalle colonie latino-americane, oggi invece gli istituti di credito iberici affondano perché stracarichi di un mattone che via via perde sempre più valore.

Con l‘Italia ormai designata come la prossima ed ultima vittima europea, sacrificata sull’altare della speculazione selvaggia, pronta a subire il contagio spagnolo della fuga di capitali e dei depositi bancari. Tutto questo, sempre secondo i giornali, per colpa della taccagna testardaggine di Angela Merkel, che non vuole saperne di aprire i cordoni della borsa e aiutare i parenti poveri d’Europa, anche se tra un no e l’altro, 100 mld di euro sono stati destinati al salvataggio proprio delle banche iberiche.

La Cancelliera tedesca, in effetti, continua a rimanere fredda, nella migliore delle ipotesi, a quelle che sono le proposte messe in campo in questi ultimi giorni dalla Banca Centrale, caratterizzate da un concreto effetto salvifico, che darebbero finalmente un’impronta strutturale ed unitaria, in risposta alla crisi, a differenza di un utile ma momentaneo prestito LTRO messo a disposizione della BCE alle banche dei singoli paesi.

L’idea di Mario Draghi e soci è quella di dare una centralità e una velocità decisionale di spessore in tema di salvataggi bancari con la costituzione di un fondo unico ad hoc (magari affidandone la gestione all’Eba), pronto ad intervenire per ricapitalizzare o garantire i depositi bancari dei correntisti dei vari istituti che ne avrebbero urgenza. Questa proposta cozza contro il lavoro della Commissione Europea che vorrebbe invece la costituzione di singoli fondi nazionali in simbiosi tra loro nell’intervenire, ma che accuserebbero una scarsa velocità applicativa perché non coordinati al momento del bisogno.

Altrettanto decisiva per una riscossa a breve dei mercati verrebbe da una seconda e più complessa proposta: l’istituzione di un fondo in cui inserire quella parte di debito pubblico di ogni Stato dell’Unione che ecceda dal 60% del Pil. Come garanzia collaterale ogni stato dovrà conferire al fondo asset ed una parte di tassazione nazionale in proporzione all’eccesso di debito versato.

E su questo vedrete che da più parti del nostro parlamento si griderà al tentativo di delegittimare la sovranità del popolo italiano, ecc, ecc… o balle simili. In cambio, la BCE emetterebbe Eurobond a basso tasso d’interesse perché avrebbero rating AAA o quasi. La novità di tale proposta, udite, udite, è che proviene non solamente dai Governi dell’Euro ma anche da una parte della politica tedesca, dato che il fondo in questione, denominato patto di riscatto europeo, dall’acronimo ERP, ha origine da un’idea che come progenitore avrebbe un organismo accademico tedesco.

Occorre specificare, in ogni caso, che trasformare 900 miliardi di Euro di debito BBB italiano (quasi la metà del totale di questo fondo sarebbe costituito dal nostro debito!) in Unionbond a tripla A non è magia! Anzi occorrerà che l’Italia lo abbatta in 20-25 anni con un ritmo di 1/20 ogni anno, che, facendo i conti della serva, significa scucire, da parte nostra, circa 40 miliardi ogni 365 giorni, che renderebbe inevitabile finirla con sprechi vari di denaro pubblico e corruzione politica (altro che convincere la Merkel agli Eurobond).!

Cercare il consenso dei conservatori tedeschi al governo della nostra volontà di compiere un’impresa così audace (forse ancor più preoccupati che salvare le banche ispaniche) resta molto difficile (e come dargli torto) però la situazione è arrivata ad un punto di tale surriscaldamento, che l’Unione europea è vicinissima al collasso e questo non solo genera problemi al suo interno, ma darebbe molto da fare anche all’export cinese, indiano, americano ecc,.di cui i tedeschi hanno sicuramente più rispetto che non le richieste dei loro vicini di casa.

Per cui le pressioni che frau Merkel subisce, ogni giorno in aumento, sono più grandi della Germania stessa e degli interessi particolari, che la Merkel rappresenta, cioè banche e parte della grande industria teutonica, che si finanziano entrambe a basso costo. Davanti ai flash ed ai microfoni ,la Cancelliera rimane l’imperturbabile signor No, ma al chiuso delle stanze, si sta mercanteggiando tra leader europei, per ruoli chiave nel controllo di quegli organi predisposti ad attuare quanto sopra riportato.

Alla luce di ciò siamo al bivio decisivo: o si ritorna alle vecchie monete o i mercati ripartono a razzo. Potrebbe valere la pena (giusto un assaggino, una piccola cifra da aumentare in seguito) di investire short sul Bund, in ogni caso sicuramente sopravvalutato, attraverso l’Etf Lyxor daily double short Bund (cod. isin FR 0010869578) con leva per 2 rispetto allo spread.

Occorre rimanere, per il resto, adagiati sul dollaro, ma dormendo con un occhio aperto: l’impennata violenta che l’Euro ha avuto alle ore 15 di venerdì 1/06, poi rientrato, ma comunque chiudendo vicino a 1,24, potrebbe essere un rimbalzo, oppure la dimostrazione che qualcosa bolle in pentola.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.