Il peggio della crisi del costo della vita deve ancora venire. Le azioni che reggeranno all’urto, secondo Berenberg

di Andrea Goffredi

Alcuni settori sono stati colpiti in misura marginale dalla crisi dei consumi degli ultimi mesi anche grazie all’esposizione più diversificata alle vendite globali. Ecco quali. Tra le top pick di Berenberg c’è EssilorLuxottica (target price a 185 euro)

La spesa dei consumatori è stata straordinariamente resiliente finora nonostante le tensioni geopolitiche, i blocchi delle catene di approvvigionamento e l’impennata dei prezzi dell’energia, il che ha creato falsi miti sull’effettivo senso di sicurezza dei cittadini. A lanciare l’allarme sono gli analisti di Berenberg che vedono come inevitabile un rallentamento dei consumi al punto che hanno incorporato nelle loro previsioni uno scenario di recessione, con le stime sugli utili ora sotto quelle del consenso del 15% e del 10%, rispettivamente, per il 2023 e il 2024. “Riteniamo che gli investitori si stiano preparando ai downgrade e non si muoveranno finché le previsioni non miglioreranno”, avvertono.

Il peggio della crisi del “costo della vita” deve ancora venire. “Nel Regno Unito, dove i venti contrari soffiano più forte, il nostro modello indica che la spesa discrezionale dei consumatori scenderà, mediamente, del 13% il prossimo anno: per i redditi più alti la discesa dovrebbe essere meno marcata segnando un -4%, mentre per quelli più bassi potrebbe raggiungere il -25%”, spiegano gli esperti di Berenberg, ammonendo che “tali previsioni sono persino troppo ottimistiche dal momento che non tengono conto di un probabile ulteriore incremento dei prezzi dell’energia e dei tassi di interesse”. Un sospiro di sollievo potrebbe, però, arrivare dai nuovi stimoli governativi e da un maggior utilizzo del credito, oltre che dal risparmio accumulato.

I settori che mostrano maggior resilienza 

In questo congesto, gli analisti di Berenberg segnalano che alcuni comparti stanno tenendo duro essendo stati colpiti in misura marginale dalla crisi dei consumi degli ultimi mesi. In primis, quello dei beni di lusso beneficia di un mix di ingredienti positivi quali esposizione più diversificata alle vendite globali, rischi di ribasso limitati, pricing power più forte e un più limitato impiego della leva finanziaria. I sottogruppi degli articoli sportivi e quello delle vendite al dettaglio, invece, risultano più esposti ai venti contrari attuali dal momento che le loro catene di fornitura sono più lunghe e meno flessibili, fanno un maggior ricorso alla leva finanziaria e il cambio è per loro meno vantaggioso. Tra le top pick di Berenberg ci sono: JD Sports, EssilorLuxottica e Kering, mentre il broker ha abbassato il rating su Adidas a hold e su H&M.

EssilorLuxottica e la sua posizione unica nel business degli occhiali

Rating buy e target price a 185 euro per il leader mondiale nel settore dell’eyewear EssilorLuxottica. Posizione unica nel business degli occhiali ed elevati investimenti a favore della trasformazione digitale: sono questi i fattori vincenti della multinazionale italo-francese che sta proteggendo con successo il suo business dalle turbolenze esterne. “ EssilorLuxottica è una delle storie più interessanti e una delle nostre scelte migliori”, sottolineano a Berenberg, stimando per il gruppo vendite piatte nel 2023 e in crescita del 7% nel 202, e un margine ebit in miglioramento al 17% nel 2023, al 18% nel 2024 fino a toccare il 19-20% entro il 2026.

Il valore di JD Sports si è quasi dimezzato, ingiustificato

Rating buy anche su JD Sports con un target price ridotto a 180 sterline. Da inizio anno il valore delle sue azioni si è quasi dimezzato per via dei timori macroeconomici che pesano sul sentiment. “Queste paure ci sembrano esagerate, in particolare considerando il track record di JD e la sua resilienza”, spiegano. “Complessivamente, prevediamo un calo delle vendite in valuta dell’1% nel 2024 e una crescita del 6% nel 2025; mentre il margine ebit scenderà al 9,9% nel 2024 e recupererà l’11,1% nel 2025”, aggiungono. “JD Sports rimane la nostra prima scelta nel settore date le comprovate opportunità di crescita globale e la forza del marchio: siamo sostanzialmente in linea con le stime del consenso sugli utili per l’anno fiscale 2023, ma al sotto del 14% e del 6% per gli anni 2024-2025”, specificano.

Kering e la sua invidiabile scuderia di marchi

Altra top pick coperta con un rating buy è Kering (target price a 610 euro), il secondo più grande player nel mondo del lusso, che con la sua invidiabile scuderia di marchi gode dei vantaggi delle economie di scala ed è più isolato dai rischi di recessione. “Ci aspettiamo una nuova strategia, investimenti accelerati e una pipeline di prodotti più forte che sosterranno lo slancio e chiuderanno il gap di valutazione con i colleghi” spiegano da Berenberg aggiungendo che “ Kering sta anche diversificando il proprio business e sta puntando sempre più sul settore del digitale e sull’esg. Grazie alle opportunità di crescita interessanti, alla sua redditività e alla forte generazione di cassa, il colosso guidato da François-Henri Pinault è uno dei player più interessanti nel settore del lusso”. Vendite stimate in crescita del 2% nel 2023 e del 6% nel 2024 e margini ebit in miglioramento nei prossimi due anni (29% e 30%, rispettivamente). “Siamo sostanzialmente in linea con le stime del consenso sugli utili quest’anno, ma al di sotto del 6% per il 2023 e 2024. Inoltre, segnaliamo che Kering risulta troppo economica se si considera la qualità dei suoi marchi, scambiando a un multiplo P/E di 14 volte appena, con uno sconto del 35% su Lvmh”, osservano a Berenberg.

LVMH è nella posizione migliore per rafforzare la sua leadership anche tramite l’M&A

Buy Lvmh (target price ridotto a 710 euro), il numero uno nel comparto del lusso con una performance impareggiabile, esecuzione best-in-class e diversificazione unica, spesso considerato come un “porto sicuro” dagli investitori che cercano qualità e solidità. Gli analisti notano che, sebbene alcune delle sue divisioni potrebbero assistere a una fase discendente, i marchi chiave come Louis Vuitton e Dior continueranno a fornire uno slancio di breve termine e “questo ci dà la fiducia che Lvmh sia ben posizionata per affrontare la volatilità nei prossimi mesi e che sia nella posizione migliore per rafforzare la sua leadership a lungo termine attraverso guadagni di quote di mercato e fusioni e acquisizioni”. Di seguito le stime degli analisti: crescita costante delle vendite in valuta del 2% nel 2023 e del 6% nel 2024 e margine ebit in miglioramento sia nel 2023 (27,7%) che nel 2024 (28,6%). Quanto alle stime sugli utili “siamo sostanzialmente in linea con quelle del consenso per il 2022, ma al di sotto del 7% e del 6%, rispettivamente, per il 2023 e il 2024”.

Puma può affrontare a testa alta una recessione

Puma (rating buy e target price a 82 euro) è “il marchio più forte tra i titoli che copriamo”, chiariscono a Berenberg. Mentre aleggiano non pochi rischi sulla sua redditività in vista di uno scenario di recessione, “riteniamo che Puma possa puntare a raggiungere un margine del 10% nel medio termine e sostenere una crescita degli utili molto interessante”. Le vendite dovrebbero aumentare del 5% nel 2023 e accelerare al 10% nel 2024. Complice il vento contrario del cambio, il margine ebit è previsto in calo dell’8% nel 2023 per poi recuperare al 9% nel 2024. Inoltre, il titolo è valutato a un multiplo P/E di 24,5 volte, con un premio del 25% rispetto ad Adidas. “Il rischio di una recessione è alto, ma siamo convinti della nostra valutazione buy”, sentenziano.

Mister Spex sta accelerando l’espansione della sua rete

Rating buy anche per Mister Spex (target price a 5 euro). Con una quota di mercato di circa il 2% in Germania e una dello 0,3% sui mercati internazionali, il colosso dell’occhialeria sta accelerando l’espansione della sua rete. Berenberg stima vendite in crescita del 18,5% per il 2023 e del 21% nel 2024.

Adidas, incertezza nel breve termine a causa dei lockdown in Cina

Adidas (hold e target price a 160 euro) è considerato un marchio forte con significative opportunità di lungo termine. Più incerte, invece, quelle di breve e medio termine a causa dell’interruzione delle attività in Cina e dell’improvviso cambio di amministratore delegato. “ Adidas sembra particolarmente esposta ai rischi di una recessione ma una ripresa più forte della Cina a partire dal prossimo anno potrebbe rappresentare un’ancora di salvataggio per l’azienda bavarese, ma si richiede molta fiducia in questa fase in quanto le tendenze sottostanti rimangono offuscate”, indicano gli analisti che preferiscono muoversi cauti sul titolo in attesa di una maggior visibilità sulla ripresa del dragone. Margine ebit stimato stabile nel 2023 al 7% e in crescita al 9% l’anno successivo. L’azione tratta a un P/E pari a 19 volte, in linea con il suo multiplo di medio ciclo a lungo termine.

Moncler, Berenberg ha stime sugli utili sotto quelle del consenso

Azienda di alta qualità e ben gestita quella guidata da Remo Ruffini, Moncler (rating hold e prezzo obiettivo a 45 euro), che conta su un marchio forte, un posizionamento unico e una redditività impressionante. È anche una delle poche realtà ad avere implementato una significativa crescita nel settore del lusso, riportando il miglior Roic (rendimento sul capitale investito) nel consumo discrezionale. Berenberg per Moncler stima vendite in aumento del 4,5% nel 2023 e in accelerata all’8,5% nel 2024; margini ebit previsti in calo al 29,3% nel 2023 e in recupero al 30% l’anno dopo. “Le nostre previsioni sugli utili sono sotto quelle del consenso del 3%/13%/12%, rispettivamente, per il 2022-2023-2024, tuttavia questo sembra essere in gran parte prezzato, con le azioni che scambiano a un P/E di 21 volte, con un modesto sconto, quindi, rispetto a quelle di Lvmh” spiegano gli analisti di Berenberg.

Inditex, vendite e margine ebit attesi in calo nel 2024

Rating hold anche su Inditex (target price a 22,50 euro) in cui Berenberg riconosce un rivenditore di negozi best-in-class, anche se i suoi vantaggi competitivi sono stati lentamente erosi nel tempo dalla crescente concorrenza. Il suo modello di approvvigionamento basato sulla prossimità, i margini più elevati e il forte bilancio lo proteggono dai rischi di recessione. Vendite previste in riduzione dell’1,5% nell’esercizio 2024 e in crescita del 4% l’anno seguente. Quanto al margine ebit, Berenberg lo vede in calo al 14,7% nel 2024 e con una ripresa al 16% nell’esercizio 2025 ovvero quando si stima un’accelerazione delle vendite. Infine, per quanto riguarda le stime sugli utili, “siamo il 2%/18%/12% al di sotto di quelle del consenso rispettivamente per gli anni 2022-2023-2024”. Inditex scambia a un P/E di 20 volte, con uno sconto del 10%.

Burberry più esposto a rischi ribassisti data la sua dipendenza dal prêt-à-porter

Rating confermato a hold su Burberry (target price a 1.730 pence). “Ci aspettiamo che la spesa dei clienti per quanto riguarda Burberry scenda dell’1%, a causa della minor spesa in Europa e negli Stati Uniti compensata solo in parte da quella cinese, con una crescita del 2,3% nel 2024”, prevedono gli analisti Berenberg, aggiungendo che la casa di moda britannica è tra le prime a beneficiare della forte ripresa di Pechino (33% delle vendite). “Tuttavia lo slancio del marchio è ancora deludente rispetto alla performance dei competitor” riconoscono. Per il prossimo anno si stimano vendite in crescita dell’1%, per il 2024 dello 0,5% e per il 2025 del 3,7%; quanto ai margini ebit le previsioni sono di -18,3%, +18,9% e +19,3%, rispettivamente, nel 2023, 2024 e 2025. Tali stime sono dovute al fatto che rispetto ai suoi concorrenti Burberry è più esposto a rischi ribassisti data la sua dipendenza dal prêt-à-porter (più orientato alla moda stagionale) e il suo debole potere di determinazione dei prezzi. Rapporto P/E pari a 17 volte, con uno sconto del 10% rispetto al suo multiplo di medio ciclo a lungo termine, che riflette la sottoperformance rispetto al settore e la mancanza di visibilità sulla strategia del nuovo ceo.

H&M declassata a sell, è più esposta al rischio recessione

Declassata a sell e con un target price a 85 corone svedesi H&M che per gli analisti è eccessivamente esposta al rischio di un’imminente recessione. Un po’ per l’esposizione a mercati in cui la spesa dei consumatori è debole, un po’ per la maggior competitività del comparto, un po’ per l’impatto negativo dell’e-commerce sulla redditività, gli analisti prevedono che i margini ebit del colosso del fast fashion scenderanno al 4,3% nel 2023, recuperando al 6,5% nel 2024, mentre le previsioni sugli utili sono al 3%/50%/30% al di sotto delle stime del consenso, rispettivamente, per gli anni 2022-2023-2024. Sia la spesa dei consumatori sia le vendite dell’azienda svedese sono stimate in calo del 5% nel 2023 e in crescita del 2% nel 2024. Il titolo svedese tratta a un P/E pari a 15 volte, con uno sconto di circa il 25%.

Fielmann, margini costantemente in riduzione

Valutazione sell per Fielmann (target price a 30 euro) dovuta ai margini costantemente in riduzione e all’inflazione salariale che continua ad erodere la redditività del business. Gli analisti prevedono che le vendite saranno piatte nel 2023 e in crescita del 5% nel 2024 e stimano un margine ebit in ribasso al 10% nel 2023 e in rialzo all’11,3% nel 2024 grazie all’accelerazione delle vendite. “Crediamo che l’obiettivo aziendale del 16% di margine nel 2025 sia troppo ambizioso”, ammettono. Fielmann scambia a un rapporto P/E pari a 21 volte, con uno sconto del 15% sul suo multiplo di medio ciclo a lungo termine; mentre le stime di crescita sugli utili risultano inferiori al 5%/23%/17% rispetto al consenso per gli anni 2022, 2023 e 2024.

Da Milano Finanza

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