“Dopo un difficile 2015, dominato dai timori per la crescita e la deflazione ancora largamente irrisolti, il 2016 dovrebbe essere un anno decisivo per l’Europa” sostiene Daniele Spada, responsabile managed account platform di Lyxor AM.
1) Il sorpasso sulla Germania. L’efficacia delle politiche monetarie accomodanti e le riforme strutturali saranno sotto esame, con rilevanti implicazioni di mercato per tutte le asset class. Il processo di riforme strutturali in numerosi Paesi europei come Francia, Italia e Spagna dovrebbe continuare con benefici positivi che potranno concretizzarsi entro il 2016. Il recupero, in termini di competitività, da parte di questi tre Paesi nei confronti della Germania avrà notevoli possibilità di continuare. La Germania resta molto competitiva in Europa ma la sua grande esposizione alla Cina rappresenta un fattore di debolezza in questo momento.
2) Le politiche monetarie. Il timido recupero che si è verificato nei mercati sviluppati dovrebbe proseguire, visto che negli Usa l’espansione sostenuta dai consumi appare robusta, l’Eurozona è pronta a riutilizzare la leva del credito per ripartire e il Giappone sta conseguendo alcuni benefici dalle riforme del Primo ministro Shinzo Abe. Nel medio termine a livello globale le previsioni sull’inflazione restano contenute e ancora condizionate dalla rinnovata debolezza dei prezzi del petrolio, che sarà probabilmente duratura. Di conseguenza la politica monetaria del G3 resterà accomodante, la Bce e la Bank of Japan si atterranno ai loro programmi di Qe e la Fed attuerà un ciclo di rialzo dei tassi il più accomodante possibile.
3) I mercati azionari. Secondo gli esperti di Lyxor Am, è meglio essere cauti sui mercati emergenti, che sono vulnerabili ad eventuali ulteriori peggioramenti dell’economia cinese, e sull’azionario Uk, che presenta prospettive di rendimento non incoraggianti. Da preferire invece l’azionario Europa, che dovrebbe beneficiare di un trend positivo nei profitti, e il Giappone , che rimane interessante dal punto di vista sia dei rendimenti sia della valutazione.
4) I corporate bond. Prudenza sull’high yield Usa, un’asset class che presenta fondamentali meno favorevoli e rischi di liquidità. Nel Vecchio continente invece le obbligazioni corporate saranno supportate dal deleveraging delle società europee e dal massiccio supporto di liquidità della Bce, che incoraggia gli investitori a mantenere posizioni in asset più rischiosi.
5) I titoli di stato. Il consiglio è di mantenere una posizione neutra, e chiaramente difensiva, sui bond governativi high quality Usa e dell’Eurozona. Sono sicuramente cari, i rendimenti dei bond rimangono vicini ai minimi storici e potrebbero risentire negativamente di probabili previsioni al rialzo sull’ inflazione.
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