II primi nove mesi dell’anno sono stati con il senno del poi davvero imprevedibili, date le premesse non entusiasmanti dei mercati ad inizio anno e gli scenari spesso dipinti dagli ‘esperti’ a favore dei mercati azionari ed obbligazionari emergenti e spesso lontani dall’euro in quanto considerata una valuta più in difficoltà rispetto al dollaro o ad altre monete di Paesi con fondamentali più ‘sani’.
Ad oggi invece è successo che chi non ha voluto rischiare ed ha preferito non partecipare al ballo monetario avviato dalle banche centrali sembrerebbe doversene pentire, in quanto l’indice Jpm globale delle obbligazioni governative valutato in euro riporta un sonoro -5,80% a fronte di un risultato a doppia cifra conseguito dall’indice azionario globale Msci e pari al +12,3%. Un rialzo però avvenuto non nelle aree spesso consigliate ad inizio anno, quali l’in – dice azionario dei famosi Bric (Brasile, Russia, India e Cina), affossato da un -10%, ma nei paesi più attivi nella ‘s t a mp a ’ di moneta quali Giappone ed Usa, in crescita del 19% e del 15%.
E che dire dell’Euro che ha vinto su quasi tutte le valute con ribassi verso le valute pregiate comprese dal -1,4% del franco svizzero fino al -10% della corona norvegese, senza considerare le valute emergenti come rublo e real brasiliano a -8/-10% o i quasi -15/-18% di rand sudafricano e rupia indiana o del bene rifugio per eccellenza, qual è l’oro, crollato con prezzi in discesa di $350 rispetto a fine anno.
Se i primi nove mesi sono stati con il senno del poi davvero imprevedibili, forse lo saranno anche i restanti tre e quindi ciò che da qualche mese, dopo la debacle dei porti sicuri, è caldamente suggerito, come le azioni americane, i Paesi periferici europei, le obbligazioni high yield ecc. potrebbero rivelarsi altrettanto imprevedibili, in quanto un consenso unanime in genere lo si paga caro.