La BCE è intervenuta a più riprese sul mercato contenendo al 5% i rendimenti delle obbligazioni di Spagna e Italia.Questo perché l’attività economica del 2011 è rallentata e rimarrà tale per almeno un paio di anni ed il riaprirsi della crisi greca, dopo quella irlandese e portoghese, ha fatto crescere le tensioni sui nostri bond.Ci aspettano mesi di austerità, riforme, tagli al sistema pensionistico e rimodulazione del sistema statale. Il focus è sulla crescita, se non arriverà si dovrà continuare con la politica dei tagli.Il rallentamento potrebbe portare la BCE a rivedere la sua politica di incremento del costo del denaro, per favorire un ripartenza che vede la crisi di liquidità, acuita dalle difficoltà nel reperire capitali, da parte delle banche del vecchio continente.Ci si aspetta un’integrazione maggiore, che possa aiutare i pesi più deboli ad uscire dallo stallo.Sui mercati, sarà preferibile diversificare, con particolare attenzione alla solidità dei bilanci, anche se le azioni sono poco consigliate, in particolare quelle del settore finanziario e bancario.L’unica prospettiva favorevole sarebbe l’arrivo di nuovi stimolo all’economia, un nuovo QE3 o l’ampliamento dei meccanismi europei di stabilità.La FED ha confermato i tassi a zero per almeno due anni, la fiducia degli investitori resta, ma si può ipotizzare un calo degli investimenti o quanto meno un periodo di grande prudenza.Il rischio è che la politica di riduzione del debito porti una contrazione, anziché reali benefici all’economia mondiale, così come le difficoltà di Francia e Germania potrebbero affievolire la volontà di sostenere i paesi periferici in crisiNel resto del mondo, la Cina, registra una una crescita del PIL del 8-9%, mentre l’Australia, potrebbe pagare sulla produzione il fatto di avere una moneta forte.Nel complesso la crescita dei mercati emergenti rimane sostenuta, con un aumento dei rischi di inflazione.