Gli assicurativi non sono più per sempre

Una delle ragioni per cui è meglio stare alla larga dalle azioni bancarie è che gli istituti sono pieni di titoli di Stato dei cosiddetti paesi piigs, all’incirca 750 mld di euro, con un’ovvia prevalente esposizione verso i titoli degli Stati di appartenenza. Certo il peso sarà diminuito, ma non crediamo di molto, visto che vendendo si rendono evidenti le perdite, altrimenti tutti se ne sarebbero già andati ed invece saranno impiombati ancora per anni, come dimostra la recente ulteriore crisi di Dexia, sulla via dello spezzatino con nazionalizzazione. Per la stessa ragione, non sono consigliati i titoli delle assicurazioni, aziende molto propense ad acquistare debito pubblico, con forte impegno anche sulle scadenze lunghe, le più esposte alla volatilità dei mercati. Secondo calcoli accreditati, le prime compagnie europee posseggono titoli piigs per 55 mld di euro in forma diretta, se si considerano le partecipazioni a fondi e quant’ altro si sale a 165 mld. Come si vede, meglio delle banche, anche perché le assicurazioni hanno migliori margini di solvibilità: Allianz ed Axa 184%, Generali 166%, Aviva 161%, la peggiore, Munich Re, è al 136%. L’esposizione netta verso la Grecia è di: 521 mln Allianz, 409 Axa, 400 Generali, zero Munich e Swiss RE. Generali è la più esposta sul complesso dei piigs, con quasi 17 mld, di cui 14 in titoli italiani e 2 spagnoli, seguita da Axa 14 mld, di cui 7 in titoli italiani e 5,5 spagnoli, meno esposta Allianz con 4,4 mld di titoli italiani e solo 1,3 mld di spagnoli. Come le banche, le assicurazioni erano l’investimento azionario per eccellenza delle famiglie: crescita costante, dividendi sicuri, investimenti tranquilli. Oggi non è più così, gli immobili hanno cessato di rivalutarsi ed i titoli di Stato sono diventati molto volatili, mentre le gestioni industriale e finanziaria non garantiscono i dividendi del passato. Restano titoli interessanti se acquistati ai giusti prezzi, ma non certo per sempre, anche se sono senza dubbio preferibili a quelli bancari.

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