L’ANALISI: investitori reattivi come il cane di Pavlov agli “stimoli” dei board members della FED
Quadro di fondo immutato ma le parole dei banchieri sortiscono l’effetto desiderato e placano le vendite.
I mercati festeggiano il materializzarsi del rimbalzo … o quello che i trader spesso amano definire il famigerato “dead cat bounce”, ovvero il “rimbalzo del gatto morto” (non me ne vogliano gli animalisti).
Un violento rimbalzo che ha evitato una caduta libera del mercato USA (vera locomotiva di tutti i listini azionari) e che si è manifestato solo grazie al più classico concetto pavloviano del riflesso condizionato.
Un riflesso che, come noto sugli animali, rappresenta una reazione prodotta da un elemento esterno, a cui l’animale si è abituato ed a cui associa un preciso stimolo che lo induce ad un determinato comportamento.
E per gli operatori finanziari l’elemento esterno di stimolo è ormai da qualche tempo rappresentato dalle sole dichiarazioni “puntuali” che i membri del board della FED rilasciano guarda caso proprio nei momenti di panico e cedimento del mercato azionario USA.
A conferma di ciò, è infatti da ricordare quello che finora è stato il più eclatante dei riflessi indotti sul mercato azionario USA, ovvero i famigerati interventi di James Bullard, governatore della FED di St. Louis, di metà ottobre 2014.
Esternazioni con cui espresse l’idea di un possibile “delay” nel tapering, poi sonoramente smentito nei fatti, ma che tanto bastò a far scattare il “panic buying” dopo il tremendo “sell off” che sembrava preannunciare i più classici dei brutti ricordi borsistici associati al mese di Ottobre.
Ricordi che spesso vengono rimossi dalla propria mente ma che solo con la voglia di rianalizzare gli eventi passati o una ferrea memoria, di cui peraltro i mercati e gli operatori finanziari in genere difettano clamorosamente, si riesce a rievocarli ed utilizzarli per meglio comprendere il presente.
E le discese borsistiche di questi giorni, ben ricordano i tracolli di quell’Ottobre ma ancor più le soluzioni adottate per risollevare gli “animal spirits” di quegli operatori che, ormai da tempo a digiuno e sempre più affamati di stimoli monetari, attendono come il cane di Pavlov il prossimo piatto e nell’attesa “sbavano” e tengono duro ad ogni suono della campanella, ovvero ad ogni invitante esternazione di qualche membro della FED.
Ed è proprio l’intervento di ieri di William C. Dudley, governatore della Federal Reserve di New York ad aver fatto tornare ringhiosamente l’appetito agli operatori finanziari e ciò grazie a semplici dichiarazioni (riprendere 24ore)
( vedi articolo http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2015-08-26/fed-dudley-molto-lontani-parlare-un-qe4-181251.shtml?uuid=AC0GgBn&refresh_ce=1 ).
Dichiarazioni che sono state di fatto interpretare dagli operatori come la possibilità di un non rialzo dei tassi al prossimo meeting FED, finanche all’apertura di un nuovo round di QE e questo grazie alle parole “siamo molto lontani da un QE” … frase da cui (nelle menti degli operatori) è stata trovata una chiave di lettura favorevole all’apertura o quantomeno alla possibile discussione dello stesso, ovvero alla possibilità di “avvicinarlo” e dunque realizzarlo… se qualcosa lo rendesse necessario.
Come il cane di Pavlov gli investitori hanno perciò reagito allo “stimolo” con l’acquolina in bocca e si sono ributtati a capofitto sul mercato.
Un “gioco” che la FED ha deciso di intraprendere ufficialmente e da tempo con le famose “forward guidance” ed ufficiosamente con le esternazioni dei suoi membri. Uscite che guarda caso giungono nei momenti più caldi dei mercati … al fine di “sedare” all’occorrenza gli “animal spirits”.
Fino ad ora e da quando ha terminato la politica di espansione monetaria a fine ottobre 2014, la Federal Reserve è riuscita a tenere in piedi il mercato azionario USA con le parole.
E questo grazie anche al fatto che le manovre di QE sono state procrastinate prontamente dalla BOJ a novembre (immediatamente dopo lo stop della FED) ed a marzo 2015 con l’avvio del QE della BCE.
Il quadro di fondo dunque non cambia e gli “animal spirits”, orami addomesticati e ben condizionati, continuano a reagire alle dichiarazioni, nella speranza che arrivi qualche ulteriore ciotola di alleggerimento monetario in giro per il mondo ed in grado di non trasformare la semplice salivazione indotta da questo metodo pavloviano, in ringhiosi e violente reazioni.
Se quanto però avvenuto nel 2014, con le dichiarazioni di Bullard sul possibile allungamento del “tapering”, poi smentite con lo stop definitivo a fine Ottobre, si ripetesse con quelle di Dudley sul possibile slittamento del rialzo dei tassi … ci sarebbe da chiedersi se non vi sia il reale rischio di aumento a settembre o ad ottobre da parte della FED… e poi chissà, come allora con la BOJ… non arrivi qualche altro intervento monetario suppletivo (BCE ?) in grado di dar da mangiare a quell’Orso che puntualmente si presenta e minaccia “bear market”, pur di reclamare cibo e non uscire dalla sua tana.
E se uscisse davvero, perché deluso da irrisori pasti o peggio ancora da illusorie promesse, statene certi … è meglio non essere lì a suonare solo la campana !