Eurostoxx 50 in stallo a 2500 punti

aIl trend del principale paniere azionario europeo è ancora positivo nel breve e nel medio periodo. Alcune divergenze negative rendono tuttavia possibile una correzione, che sarebbe da interpretare come nuova occasione di acquisto. Il supporto chiave per il breve termine si trova a 2400 punti.

L’indice Eurostoxx50 è tornato sopra la soglia dei 2500 punti a seguito di un movimento rialzista che va avanti dallo scorso 10 gennaio 2012 senza una correzione significativa. L’apprezzamento del principale paniere dell’equity europeo è stato pari a circa il 14% in poco più di un mese. L’attuale trend risale in realtà alla fine di novembre dello scorso anno, quando l’indice fece registrare un picco di minimo relativo a quota 2065 punti. Unendo tutti i minimi crescenti segnati dopo di esso si delinea in modo evidente la fase positiva che ha caratterizzato lo sviluppo negli ultimi tre mesi, e in questo arco temporale la performance messa a segno sale al 21%. Allargando ancora l’angolo visuale fino all’agosto dello scorso anno, si vede chiaramente come l’azionario europeo si stia muovendo nella parte centrale di un ampio canale ascendente, ottenuto unendo i massimi relativi del 17 agosto e del 28 ottobre 2011 in parallelo con i minimi relativi del 23 settembre e del 28 novembre 2011. Molto importante l’attraversamento dal basso verso l’alto della media mobile a 200 giorni, avvenuto nei primi giorni di febbraio, che si muoveva in perfetta sintonia con una trendline discendente di medio periodo già superata in precedenza e ormai saldamente alle spalle.

Tutti questi elementi lascerebbero pensare alla probabile prosecuzione della positività per l’azionario nelle prossime settimane. Tuttavia alcuni oscillatori, in particolare il MACD (tornato sotto la signal line) e lo stocastico (sia nella versione lenta che in quella veloce), evidenziano delle divergenze negative che solitamente vanno ad anticipare consistenti correzioni del mercato. Questo eventuale riaggiustamento della curva andrebbe ad interessare l’area di supporto statico individuabile a 2400 punti, livello dal quale transiterà nelle prossime settimane anche la media mobile sopra citata. La tenuta del supporto favorirebbe l’entrata sul mercato di nuovi acquirenti e uno sviluppo più armonico del rialzo, con spazio aperto fino all’area compresa tra 2700 e 2750 punti (parte superiore del trend). Diversamente, un arretramento dei valori del paniere al di sotto dei 2400 punti, renderebbe necessaria una verifica della bontà del trend in area 2270. La zona chiave da monitorare nei prossimi mesi per l’eventuale ritorno di uno scenario negativo si colloca invece a quota 2190 punti. La performance positiva del paniere negli ultimi tre mesi è stata trainata in maniera corale da quasi tutti i settori ad eccezione di uno: quello delle telecomunicazioni. L’indice DJ Eurostoxx Telecom. ha infatti sottoperformato in maniera piuttosto evidente, rispetto a tutti gli altri comparti dell’equity europeo, rimanendo zavorrato in area 290 punti.

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Tali valori rappresentano non solo i precedenti minimi di settembre e novembre 2011, ma anche quelli degli ultimi dieci anni. Dal punto di vista tecnico l’indice evidenzia una serie di massimi decrescenti che va avanti dal maggio del 2011 delineando una fascia di resistenza dinamica passante in questi giorni nell’area 300/310 punti. Il tentativo d’inversione dello scorso ottobre si è infranto appena sotto i 350 punti, e i titoli del comparto si sono nuovamente indeboliti con l’indice che è scivolato in modo piuttosto veloce in zona 290/300, configurando un triangolo di probabile continuazione del trend negativo. La discesa sotto 290 sarebbe un forte campanello d’allarme, e riporterebbe le vendite almeno fino a 250 punti. La tenuta di 290, e il successivo superamento dell’area 305/310, potrebbero invece incoraggiare una rotazione degli investimenti in questo settore, con probabile inversione positiva che sarebbe comunque da confermare con il breakout dei 350 punti. In questo caso gli spazi di apprezzamento si aprirebbero fino a 375, e poi 410 punti nel medio/lungo termine.

Tra i principali cinquanta titoli ne abbiamo selezionati due da monitorare. Il primo è Deutsche Telekom, che si trova ancora in difficoltà muovendosi in linea con il settore di appartenenza. L’altro è Bayer, un titolo che ha decisamente sovraperformato il benchmark di riferimento e che si trova poco lontano dai massimi degli ultimi anni.

Il colosso tedesco delle telecomunicazioni ha accusato un forte deprezzamento tra agosto e settembre, quando i prezzi sono passati da 10,94 a circa 7,90 euro, precedenti minimi del 2009. La reazione del titolo non è andata oltre i 9,60 euro, livello che si è dimostrato molto sensibile alle vendite respingendo i tentativi di ripresa di ottobre e dicembre 2011. I prezzi hanno di conseguenza congestionato attorno a 9,00 euro, in un range compreso tra 8,60 e 9,60. La situazione è dunque neutra nel breve periodo, ma ancora negativa in un orizzonte temporale più ampio. La discesa dei prezzi al di sotto di 8,60 euro potrebbe riportare le vendite sul titolo, aprendo spazi di ribasso fino a 7,90/8,00 euro nelle prossime settimane. Un primo segnale di miglioramento arriverebbe solamente sopra 9,60 euro, con probabile ritorno degli acquirenti e primi obiettivi a 10,00 e 10,70 euro. Considerando la long black candle sviluppata nel corso dell’ultima seduta di borsa, questo secondo scenario sembra quello con le minori probabilità di realizzazione.

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Bayer ha messo a segno un forte rialzo che ha portato i prezzi da 35,50 euro di settembre 2011 ai 58,00 euro di febbraio. Questo movimento ha consentito il totale recupero della forte discesa accusata durante la scorsa estate tra i mesi di luglio e agosto. La fascia di valori compresa tra 58,00 e 59,40 euro costituisce una forte resistenza statica che negli ultimi due anni ha sempre contenuto i tentativi di avvicinamento ai massimi assoluti (66,85 euro nel gennaio 2008). La situazione è positiva nel medio periodo, ma nel breve potrebbe rendersi necessario un consolidamento sui livelli raggiunti. La permanenza sopra 54 euro, e l’eventuale breakout di 58,00, aprirebbero spazi di rialzo fino alla parte superiore del trend a 60 e 62 euro. Più probabile un movimento laterale per qualche settimana tra 54 e 58 euro che consentirebbe di scaricare l’ipercomprato prima di un nuovo impulso rialzista. In caso di discesa sotto 52 euro il trend positivo verrebbe interrotto, e in questo caso le quotazioni potrebbero arretrare fino a 49,00 euro.

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Articolo pubblicato il 25/02 su Borsa & Finanza

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