Euro una strana moneta

Il Cavaliere poteva usare migliore accezione, ma non ha sbagliato sulle ragioni, anche se oramai lo sport nazionale dell’opposizione è diventato pure quello di Francia e Germania, che accusano e mai si scusano, quasi fossero in Europa gli eletti designati dall’alto, eletti a suffragio universale dal basso. Più che una strana moneta, è una moneta fragile e smarrita, in cerca d’autore, perché manca del supporto e della guida di un soggetto politico unitario, che a sua volta avrebbe bisogno di una banca centrale che, all’occorrenza, facesse quello che la FED fa negli Stati Uniti, non limitandosi a monitorare massa monetaria ed inflazione. O forse è una moneta di più, cuscinetto delle più rappresentative monete battute dalle superpotenze economiche mondiali. Per comprenderlo, basta osservare come si muove l’Euro quando i grandi si muovono per fare o difendere i propri interessi. Se gli Stati Uniti parlano di diritti umani e democrazia, la Cina non ci sente e comincia ad acquistare titoli di debito in Euro, alleggerendo il portafoglio titoli americani e facendo tremare le casse statunitensi. Se gli Stati Uniti minacciano l’embargo in Iran, Ahmadinejad inizia ad usare l’Euro come moneta di scambio, facendo arrabbiare la Clinton e Bernanke. Se la bilancia commerciale degli Stati Uniti langue, conviene indebolire il dollaro per fare diventare forte l’Euro, che così diventa il freno dell’economia dell’Unione Europea. Se la sterlina ha bisogno di essere forte per controllare i prezzi in Inghilterra, deve usare la sua forza contro l’Euro, e non essere così forte con il dollaro. Se gli inglesi hanno bisogno di spingere l’avanzo commerciale, la sterlina non deve indebolirsi più del dollaro, ma può indebolirsi quanto basta verso l’Euro. Se l’Euro è troppo forte perché il dollaro o la sterlina sono deboli, l’Europa lo vuole forte perché non può essere debole, perché la paura dell’inflazione è più grande di quella della povertà, per chi guarda l’Europa da una torre. Qualunque fatto politico ed economico accada nel mondo, l’Euro assurge a moneta di ultima istanza, pare non vivere di vita propria ma di riflesso assolutamente condizionato da Dollaro, Sterlina e Renminbi Yuan. Il resto lo fanno i mali intrinseci di un continente unito nel nome di una moneta, anziché di un popolo. La crisi scoppiata in Europa in questi mesi, anche a causa degli eccessi americani, potrebbe portarci a pensare che per qualcuno l’Euro possa essere persino una moneta di troppo, qualcuno che magari tempo fa aveva addirittura caldeggiato la nascita della nuova moneta unica europea, basandosi su calcoli contingenti ed aspettative differenti dalla realtà che oggi viviamo. A prescindere dal fatto che il complotto relativo alla nascita ed alla morte dell’Euro sia realtà o fantasia, quel che conta è fare di questa moneta lo strumento di scambio e pagamento del popolo europeo, è rendere l’Euro la valuta di una nazione europea e non solo uno strumento di politica monetaria. L’Euro ha bisogno di un’anima, per vivere pienamente il suo ruolo in Europa e nel mondo ed essere libero dalla schiavitù dei poteri e delle monete forti. Parlare di anima può sembrare troppo sentimentale per una moneta, ma rende bene le ragioni della sua fragilità. Solo una politica comune europea potrà animare l’Euro, e dare nuovo vigore ad una Europa che non potrà continuare a lungo a far affidamento su una moneta senz’anima, per risolvere le proprie piaghe strutturali.

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