Euro nella bufera torna nei pressi di 1,20

EurUsdwkLa recrudescenza della crisi nella quale versano le economie dei paesi periferici è riflessa molto bene nell’andamento del cambio euro contro dollaro, che nel corso dell’ultimo mese ha perso sette figure precise passando da 1,274 a 1,204, nuovo minimo degli ultimi due anni.

E se volgiamo lo sguardo indietro fino all’inizio della primavera di quest’anno la debacle della moneta unica nei confronti del biglietto verde risulta decisamente più pronunciata: in quel periodo il cross in questione viaggiava attorno a 1,35, dunque sono quasi quindici le figure perse, un qualcosa come l’11% del valore.

Tutto questo va ad impattare in maniera tremenda sulla cosiddetta “inflazione importata”, cioè su tutte quelle componenti di costo che fanno riferimento in primis a fattori produttivi come l’energia (carburanti, gas metano, ecc.) e le materie prime (contratti di fornitura tradizionalmente regolati in dollari, salvo casi particolari) per quei paesi che ne sono privi, e sono di conseguenza costretti ad importarli.

L’Italia chiaramente è tra questi. Poco importa, poi, se il cambio valutario renderà più competitivi i nostri prodotti nei settori export, in termini di prezzo. Questi sono effetti che, anche se dovessero verificarsi, si farebbero comunque sentire in un orizzonte temporale di più ampia portata. Tornando al cambio possiamo affermare che rimangono valide le ipotesi effettuate nell’analisi dello scorso 11 luglio.

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Il recupero dell’euro non è andato oltre l’area 1,233 dopo il nuovo minimo relativo a 1,216 del 13 luglio. Tale minimo è stato ritoccato, come si diceva, proprio nei giorni scorsi con i valori che sono scesi fino a 1,204. La reazione scaturita nei giorni successivi fino ad oggi si è risolta in un sostanziale consolidamento del movimento ribassista, della prima metà di luglio, attorno all’area 1,225 con ripetuto test del precedente supporto statico (divenuto adesso resistenza) a quota 1,233, nel più classico dei pullback.

Tale baricentro delle quotazioni si va spostando via via verso il basso con il passare delle settimane. Il dollaro sembra adesso pronto per mettere a segno un nuovo movimento di natura impulsiva nei confronti dell’euro. Tale movimento è atteso in caso di violazione del minimo a quota 1,204, e il suo target naturale, posto sul livello di 1,175, si ottiene proiettando la precedente gamba ribassista del mese di maggio a partire dal massimo relativo di giugno, segnato a 1,274. L’euro incontrerà tuttavia un primo importante livello di supporto in area 1,19, la cui valenza è già stata evidenziata nelle scorse analisi.

Il livello di 1,19 rappresenta infatti un importante minimo di lungo periodo toccato nel giugno del 2010, che coinciderà, proprio nelle prossime settimane, con la base del trend primario negativo in essere dal maggio del 2011, ben visibile sul grafico settimanale. Il modello di breve verrebbe negato solo con il ritorno del cross sopra 1,233, e in questo caso lo scenario diventerebbe più neutro con chance di apprezzamento dell’euro fino alla fascia di valori compresa tra 1,263 e 1,27.

Operativamente sono da privilegiare le operazioni di tipo short (vendita di euro contro dollari) in caso di rafforzamento del cambio fino a 1,225, con stop loss 1,233 e primo obiettivo 1,19. Le posizioni sarebbero da incrementare in caso di violazione al ribasso di quest’ultimo livello con primo obiettivo 1,175. piersolda@libero.it

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